Leggo in questo articolo di Robero La Pira su Il Fatto Alimentare che di fatto la tutela per il consumatore passa attraverso il logo di autocertificazione impresso sulla scatola o dalla scritta Pizza che ed in questo caso però il produttore è tenuto a garantire l’idoneità alimentare.
Aggiungerei però che se (soprattutto) al Sud vengono utilizzate scatole per pizza in cartone riciclato è perchè qualcuno le produce, in netta violazione delle norme; a questo punto potremmo anche aspettarci che ci sia chi falsifica il logo di autocertificazione sulla scatola, tanto che gli frega di una violazione in più?
Mi verrebbe da dissentire sulla nota in chiusura circa i 6 cent di differenza fra una scatola in cartone riciclato ed una in cellulosa, che, come scrive La Pira, sono cifre ridicole, ma per chi importa o commercializza 100 mila pezzi al giorno non è così, tuttavia il mio punto di vista è senz’altro viziato dal fatto che lavoro in un’azienda di produzione (non di cartoni) e che sebbene si sia sempre alla ricerca di limare sul prezzo finale è altresì vero che essendo persone serie si agisce sempre nel rispetto della legge così come del buonsenso.
Buonsenso che peraltro abbiamo anche quando compriamo, anche se che nel nostro campo la differenza tra un articolo di qualità a norma di legge ed uno illegale e tossico, ballano ben più di 6 cent.
Resta il fatto che la pizza che sarà in quei cartoni, tossici, sarà mangiata anche da amici e parenti dei produttori o dei pizzaioli che le usano consapevolmente.
Così come per chi seppellisce rifiuti tossici nei terreni in cui abita e vive, sotto le scuole dove andranno figli e nipoti, oppure li brucia accanto ai campi agricoli, anche in questo caso l’importante è il fatturato, altro che la salute…
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Buona parte del cartone per pizza venduto nelle regioni del Sud Italia contiene cellulosa riciclata vietata dalla legge perché cede piombo e altre sostanze tossiche.
E’ questo il parere di diversi addetti ai lavori secondo cui le analisi chimiche per accertare la presenza di piombo vengono fatte solo nelle regioni del Nord.
Forse per questo motivo nella lista settimanale dei prodotti che il Ministero della salute segnala al sistema di allerta europeo non si trovano mai cartoni per pizza che cedono piombo, ma solo pentole, stoviglie e utensili da cucina cinesi che cedono cromo e altri metalli pesanti.
La legge italiana, considerata una delle più severe in Europa, vieta l’uso di cellulosa riciclata per gli imballaggi di cartone destinati ad alimenti “umidi”.
Le scatole per pizza rientrano in questa categoria, visto che la temperatura interna raggiunge i 60/65°C favorendo la migrazione di piombo, ftalati e altri composti tossici abitualmente presenti nel cartone riciclato (*).
(*) La normativa fissa per il piombo il limite massimo di 3 microgrammi per decimetro quadrato e si tratta di un valore facilmente superabile quando si usa cellulosa riciclata.
Un altro divieto legislativo riguarda la presenza di scritte nella parte interna del contenitore per evitare la cessione di sostanze nocive presenti nell’inchiostro. Le foto a colori sulle scatole sono invece ammesse ma solo nella parte esterna.
In Francia, Germania e altri paesi europei (tranne la Finlandia che ha regole simili alle nostre), le leggi sono più permissive, e i contenitori possono avere uno, due e anche tre strati di cartone riciclato, anche se per quello a contatto con la pizza la presenza o la migrazione di alcune sostanze deve rientrare entro certi limiti.
L’argomento sarà affrontato anche dal programma Report di Milena Gabanelli in onda su Rai 3 domenica 5 ottobre 2014.
Come si riconoscono i contenitori a norma?
Sul cartone deve essere presente il nome del produttore e il codice di tracciabilità per identificare il lotto. Su alcuni si trova il logo composto da un bicchiere e una forchetta, che però non ha alcun valore legale.
Si tratta di un’autocertificazione che attesta la possibilità di utilizzare il contenitore per tutti i prodotti alimentari non distinguendo tra cibo secco o umido….. continua la lettura su Il Fatto Alimentare
Io lo sapevo, la compero raramente la pizza ma di solito mi porto dietro, se ne devo prendere tanta le teglie di alluminio.