leggo l’articolo di Rinnovabili.it che rilancia il comunicato di Legambiente e non mi stupisco; d’altro canto solo un paio di settimane fa ad Ambiente Italia si era parlato proprio di questo argomento e quanto visto e sentito è stato a dir poco disarmante… stanno distruggendo un territorio già fragile di suo.
Mentre le spiagge si assottigliano, onda dopo onda, le opere di difesa poste a protezione degli arenili rischiano di alterare in modo significativo la morfologia, l’ecosistema e il paesaggio delle coste.
Nonostante ciò, proliferano i progetti invasivi per l’installazione di nuove barriere artificiali su molte aree, incuranti del rispetto di habitat sensibili e siti di interesse comunitario.
Come gli interventi previsti nel ragusano, il grande progetto nel Golfo di Salerno e quello sul litorale laziale di Ostia.
La denuncia è contenuta nel dossier “Spiagge Indifese”, uscito a firma dell’associazione ambientalista, che riporta alcuni dati.
Il litorale marchigiano, ad esempio, è funestato per circa l’80% da opere rigide di difesa, installate negli ultimi 50 anni, quasi ad inseguire i processi erosivi che esse stesse innescavano nelle spiagge vicine.
Ad Ostia si prevede di installare barriere su 4 km di costa, per 5 milioni di euro, nonostante il tratto di litorale minacciato non superi il chilometro.
Peggio ancora l’intervento previsto nel Golfo di Salerno: 42 pennelli a “T”, in aggiunta a barriere rigide, per cui si stima un prelievo di 1.2 milioni di tonnellate di materiale da cave a terra e 75 mila viaggi di camion per il trasporto.