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Pavia, mazzette del pallone: “Noi vi paghiamo ma nostro figlio gioca”

Quello che si legge nell’articolo de Il Giorno (qui in sintesi) fa il paio con il post Se i “pulcini” (9 anni) giocano a porte “chiuse”…  ed alla fine si torna a quanto letto tempo fa: Se non si incomincia a educare i genitori, i figli non impareranno mai.

Approfondisci qui: Non è facile essere genitore, ma se lo fai male non danneggi solo tuo figlio…

genitori-bambini

«Io vi pago e voi lo fate giocare». Funziona più o meno così nelle periferie del calcio, dove il pallone si macchia di fango, dove la passione viene barattata col denaro. Dove non c’è spazio per il talento puro ma solo per “loschi“ affari ed interessi personali.

Le chiamano le “mazzette del pallone“, un malcostume consolidatosi nel tempo e ora quasi una prassi in periodi di congiuntura economica negatia.

Della serie: «Io genitore offro un bel po’ di soldi, tu società fai giocare mio figlio». Anche se il ragazzo è scarso.

La cosa si è ripetuta, ma questa volta il finale è diverso. Per certi aspetti clamoroso: perché il club in questione, il Pavia, ha detto no allo sporco affare.

Anzi, per voce del suo direttore generale Nicola Bignotti, ha deciso di rendere noto il fattaccio, dopo che i genitori di un ragazzo si erano offerti di fare da sponsor alla squadra in cambio del tesseramento (nella formazione Allievi) del loro figlio, cui sarebbero dovute andare anche la fascia di capitano e maglia numero 10.

lettura integrale dell’articolo qui: Pavia, mazzette del pallone: “Noi vi paghiamo ma nostro figlio gioca” – Il Giorno – Quotidiano di Milano, notizie della Lombardia

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