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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: I mari di Trieste

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A Trieste si dice “andare al bagno” per intendere “andare al mare” denunciando così in una sola espressione una familiarità naturale. A Trieste il mare è lì, sempre a due passi, e ognuno ha il proprio angolo d’acqua con riti e regole precisi.

La piscina Ausonia, un pezzo di mare ritrovo d’intellettuali e ragazzini pronti al tuffo. Il Pedocìn con il suo muro che divide uomini e donne.

L’ambiguo fascino libertino della Costa dei Barbari. E ovviamente Barcola, con Pineta, Bivio e Topolini.

Nove grandi scrittori legati a Trieste si riappropriano del “loro bagno”, dandogli voce in un racconto alla la parte più autentica della città – quel mare che non hai bisogno di andarci, sai sempre dov’è, sai che c’è.

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Questa voce è stata pubblicata il 7 luglio 2016 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , .
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