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Il libro di Martina: Half Bad

a cura di Martina Villa, curatrice della Pagina FB Quando nevica scarlatto

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Libro particolarissimo che parte in quarta regalandoci i primi capitoli tutti con una fantastica narrazione in seconda persona (ho già detto quanto amo questo stile di scrittura? Sì?) e riesce fin da subito a coinvolgere ed appassionare il lettore con una scrittura pulita, schietta, un po’ ridondante, cruda ed adrenalinica.

Questo libro è quasi paragonabile ad un romanzo di formazione dove assistiamo alla crescita del protagonista, Nathan, un Mezzo Codice nato dalla relazione tra un Incanto Bianco ed un Incanto Nero.

Egli risulta un personaggio originale, molto emotivo, cupo, quasi violento e dalle reazioni talvolta sopra le righe; lui salta, corre, colpisce, graffia, scalcia, urla, piange, lotta, impreca, scappa…. energia allo stato puro, dalla lingua tagliente, intollerante alle regole, un po’ arrogante ed irrispettoso nei confronti di coloro che non lo accettano per la sua “half bad”, ma sotto sotto fragile ed umano, a tratti ingenuo; vuole conoscere a tutti i costi il padre, anche se questi è l’incanto nero più temuto dell’ Inghilterra, ed è fermamente convinto che lui lo ami e che un giorno verrà a prenderlo e salvarlo dai soprusi degli Incanti Bianchi (bellissimi i capitoli sulle fantasie di Nathan su suo padre, nei quali lui si chiede se stia pensando a lui e immagina che sia l’aquila che vortica sopra di lui sul lago tra le montagne svizzere). In una parola: originale.

Cattivo, solo perché maltrattato dai cosiddetti “buoni”.

Ottima anche l’ambientazione nella prima parte del romanzo, le verdeggianti colline gallesi, la casa della nonna di Nathan ed i boschi attorno a quella di Celia.

Ho storto un po’ il naso nell’udire certi nomi, Mercury e Arran tra tutti. Anche Marcus, a essere sincera, come nome per un Incanto inglese non mi ha fatta proprio impazzire… ma è solo una mia fissa.

Un libro comunque consigliato, nonostante le descrizioni a volte confuse (in particolar modo verso il finale, come la dimora di Mercury con annesso paesaggio circostante) ed alcune frasi senza senso probabilmente sfuggite al lavoro di editing (pag.288: “Non ci sono tappeti, solo un pavimento di assi […] e tre tappeti di dimensioni diverse…” Mica non c’erano tappeti?), che insegna che i “buoni” alla fin fine non sono mai così buoni come sembrano se denigrano, emarginano ed uccidono i cattivi.

Perché i cattivi fanno lo stesso con loro. Quindi anche i buoni, sotto sotto, delle volte, sono anche peggio dei cattivi stessi se la mettiamo su questo piano.

E, no, a tutti quelli che lo paragonano a “Harry Potter”, ma che vi siete bevuti? Sono due generi completamente diversi. Non è che solo perché si parla di maghi allora “eeeh, ma è cm Errri Pppotter!!1!1!!”. NO.

È come paragonare “Revenant” e “Koda fratello orso” solo perché compaiono degli orsi. Andiamo.

 

 

 

 

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Questa voce è stata pubblicata il 6 novembre 2016 da in L'angolo dei libri - le nostre recensioni con tag , , , , , , .
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