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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Il cliente fallisce, arriva un nuovo soggetto, ma le cattive abitudini…restano

pensieri paroleHo raccontato un paio di volte di quel Gruppo romano che mi aveva messo sulla Lista nera dei fornitori (e non scherzo) perchè “avevo osato fargli causa, ovviamente vincendola”.

Un paio di giorni fa ho ricevuto una telefonata dallo stabilimento lombardo e sono stato informato che il Gruppo era fallito qualche mese fa ed era stato rilevato da un altro Gruppo.

Conoscendo la nostra politica commerciale, mi è stato detto subito che la società non avrebbe accettato il pagamento ad Avviso merce pronta che richiediamo in occasione della prima fornitura.

Il lavoro latita, un nuovo cliente fa sempre comodo, per cui fatte le valutazioni del caso ho deciso di rischiare un pagamento a 60 gg. f.m. r.b., se non fosse che mi è stato comunicato che la loro Società non accetta le ricevute bancarie, per cui potevano acettare solo un pagamento a 60 giorni rimessa diretta.

Non che la Riba sia una garanzia, ma perlomeno fissa una scadenza precisa alla quale o paghi o fai un insoluto, con la rimessa diretta invece è un terno al lotto ed il pagamento puntuale è quasi sempre un sogno che si dissolve rapidamente.

Va da sè che gli ho inviato una mail con la quale chiarivo la mia posizione:

…noi non accettiamo pagamenti a rimessa diretta, tanto meno alla prima fornitura; abbiamo già fatto uno strappo alla regola offrendo i 60 gg. f.m. r.b., visto che per la prima fornitura il pagamento è sempre ad avviso merce pronta, ragion per cui se la Riba non la accettate, va da sè che non è possibile procedere oltre.

Tra le altre cose, ho fatto un giro sul web per conoscere meglio questo Gruppo, ma so bene che quello che tra il Dire ed il Fare di spazio ce nè parecchio, per cui mi sono fidato di più di altre notizie lette in merito.

Leggo che una dichiarazione dei sindacati che contestano la decisione di licenziare 260 lavoratori: [la società] disattende completamente gli impegni assunti con i lavoratori e le istituzioni locali”, impegni dai quali l’azienda “ha tratto enormi benefici, finanziari e di concessioni”.

Leggo inoltre che al momento della collocazione del titolo in Borsa, “Equita ha confermato il rating hold con un profilo ad alto rischio e un target price a 5,4 euro.”

Degno di nota che in meno di un anno il titolo abbia perso il 33% del valore iniziale.

Neanche a farlo apposta, mentre stavo per scrivere alla persona dello stabilimento, con la quale ho sempre avuto rapporti cordiali a prescindere dalla serietà della ditta in cui lavorava, ecco che mi chiama lui per chiedermi se, così come fatto in passato, sono disposto ad una triangolazione.

In pratica, dato che lo stabilimento ha la necessità dei pezzi di nostra produzione mi ha offerto di farli acquistare, con pagamento al ritiro, da un’azienda che gli fa credito e che poi glieli girerà.

Allo stesso prezzo?

Ovviamente no, visto che poi sono loro ad accollarsi il rischio oltre che a dover stare fuori con i soldi per un tot di tempo.

Per cui ecco che piuttosto che pagarmi a 60 giorni con la Riba, andrà a finire che compreranno altrove, sempre i miei articoli, ma ad un prezzo più alto.

Contenti loro…

Se il lavoro si concretizza o meno, ancora non lo so, ma resta il fatto che quando possibile è necessario impuntarsi contro la prevaricazione delle grandi aziende, con condizioni che vanno a senso unico.

 

 

 

 

 

Un commento su “Il cliente fallisce, arriva un nuovo soggetto, ma le cattive abitudini…restano

  1. £@
    23 novembre 2016

    mi sà che siamo al .. ” il lupo perde il pelo, ma non il vizio “…
    😉

I commenti sono chiusi.

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