Gli studenti dovevano rispondere a questa secca domanda: se una ragazza si comporta come una «sgualdrina» si sta mettendo nei guai?
Poiché il Cirde ha ritenuto che in questa domanda (tradotta dall’inglese) il termine sgualdrina fosse fuorviante, il nome è stato messo tra virgolette.
Viene spontaneo chiedersi se la lingua italiana sia priva di sinonimi o se il temine fosse volutamente provocatorio per sortire qualche eclatante reazione.
In ogni caso la scelta di questa parola è offensiva e mette in risalto come quando una donna non si comporta secondo i canoni ogni termine per definirla è decisamente negativo e dispregiativo.
Ma se è l’uomo ad avere atteggiamenti poco consoni e discutibili sul piano comportamentale lo si etichetta come «sgualdrino»?
Certamente no. Lo si definisce macho, magari play boy, seduttore: termini dalla valenza positiva anche se in un contesto negativo. La disparità si trova anche, purtroppo, nel significato dei termini.
Fonte & lettura integrale: Perché definirla «sgualdrina»? Il questionario agli studenti sulla disparità che parte da un pregiudizio offensivo – Corriere.it