L’arte contemporanea, quella che ci siamo abituati a considerare un fenomeno senza interruzione, non è invece forse espressione di un epoca della storia dell’arte con un suo inizio e una sua fine?
Proprio come lo sono il gotico e il rinascimento, il barocco e il neoclassico, l’impressionismo o l’arte moderna.
Ogni fase della storia dell’arte ha sempre avuto una conclusione, solo per l’arte contemporanea nessuno riesce a immaginare una fine. Tranne Francesco Bonami.
Con lo stile provocatorio che tutti gli conoscono, ci spiega i molti segreti dell’arte contemporanea nella convinzione che ogni domanda di chi osserva sia legittima, e compito del critico è trovare una risposta comprensibile.
Partendo dall’Orinale di Marcel Duchamp Bonami ci spiega, attraverso una serie di racconti e riflessioni, perché all’arte non bastano più solo idee che si rincorrono volendo essere una più rivoluzionaria dell’altra.
E perché, provocazione dopo provocazione, la contemporaneità ha esaurito il suo potere di stupire.
Cosa accadrà dunque adesso?
Per tornare a essere utile, ci dice Bonami, l’arte deve ritrovare la capacità d’inventare e raccontare storie, recuperando quell’essenziale cocktail di ingenuità e genialità che da sempre è alla base del futuro e della creatività umana.