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Magari sbaglio, ma anche per fare l’enologo o l’infermiere bisogna studiare e non poco…

Spesso quando guardo trasmissioni come I signori del vino, nelle quali conosciamo il lavoro di chi produce vino, si sottolinea l’importanza del lavoro fatto dagli enologi che per diventare tali devono fare un percorso di studi degno di nota, come leggevo in questo articolo.

Scriveva in merito nel 2010 l’allora presidente nazionale di Assoenologi Giancarlo Prevarin: “è addirittura pericoloso considerarsi arrivati una volta diplomati/laureati e (perfino) assunti: quella dell’enologo oggi è una delle professioni più complesse e ad alto tasso di innnovazione che esista.”

Anni fa ho conosciuto un paio di ragazze che studiavano da infermiere e mi raccontavano dell’impegnativo percorso di studi.

Ieri mi ha scritto un’amica infermiera e non mi ha stupito leggere le sue rimostranze per quanto detto su Altroconsumo dall’autore del libro “Trova lavoro subito”:

Scrive Sara: Mi sento personalmente offesa. Come a dire, in pratica che quello dell’infermiere è un lavoro che possono fare anche le capre. Non è che facciamo gli infermieri perchè siamo meno intelligenti degli altri. In ogni caso è offensivo per la professione e da a chiunque legga l’intervista un’idea sbagliata.

Uscendo dal seminato, il parere di questo esperto del mondo del lavoro mi ha fatto venire in mente un episodio accaduto qualche decennio fa, durante un corso della Camera di Commercio di Milano cui aveva partecipato mio padre e dove un professore di Economia della Bocconi aveva detto che “per prima cosa bisogna cercare di pagare i fornitori il più tardi possibile”, al che mio padre era sbottato dicendo: “si così chiudo in tre mesi perchè nessuno mi dà più il materiale”.

Qualche decennio fa ancora accadeva che se non pagavi alla scadenza i fornitori poi si rifiutavano di darti il materiale se non con un pagamento alla consegna, ma in questi anni troppi si sono adeguati al consiglio dell’emerito Professore ed accade il contrario ovvero se pretendi di essere pagato vai a finire sulla Lista nera del cliente.

Non mi paghi, ti faccio causa e tu metti me sulla Lista nera?

Cliente che alla fine è fallito, a testimonianza che nonostante le pratiche abituali, il suo sistema non era quello giusto. 😉

In ogni caso ogni lavoro ha la sua professionalità, tuttavia nessun lavoro può essere affrontato con i presupposti citati nell’intervista.

Ne ho visti di ingegneri con lacune imbarazzanti ed operai che, con una laurea in meno, gli davano dei punti.

 

 

 

 

 

3 commenti su “Magari sbaglio, ma anche per fare l’enologo o l’infermiere bisogna studiare e non poco…

  1. paoblog
    25 settembre 2017

    risponde l’amica: ” mi permetto di sindacare… Anche la questione di lunghezza degli studi non mi sta bene. Anche noi abbiamo specialistiche e master. È vero che per poter lavorare non sono obbligatori (ma non lo sono nemmeno nelle professioni scientifiche, se uno si accontenta), però li abbiamo. E a fare una triennale in infermieristica non si fatica meno che a farla in fisica. Poi il discorso non era così chiaro…”

  2. paoblog
    25 settembre 2017

    Grazie per il commento; l’ho girato all’amica infermiera.

  3. Natalia Milazzo
    25 settembre 2017

    Ciao, mi dispiace che la nostra intervista abbia potuto far sentire offesa una lettrice, ma forse le parole di Alberto Forchielli hanno generato un equivoco. L’autore non parla di intelligenza, ma di propensione allo studio. Ed elenca le professioni più richieste, consigliandole a ragazzi più o meno intenzionati a studiare, a seconda della maggiore o minore lunghezza del ciclo di studi minimo necessario per avere una buona probabilità di trovare lavoro all’estero (tema del discorso). Non ha certo voluto sminuire la professionalità degli infermieri, né degli enologi.

    Natalia Milazzo

    (caporedattore di Altroconsumo)

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