Un argomento che conosco in prima persona, purtroppo, ma a differenza del medico della protagonista, il mio ha capito immediatamente il problema, essendo anche a conoscenza delle mie vicende personali del periodo.
La cura farmacologica nel mio caso ha aiutato, ma non è stata risolutiva, tuttavia la cosa più importante, a parte il fatto che questi attacchi sono diventati rari, è il fatto che riconoscerli alle prime avvisaglie permette di prendere le contromisure, siano esse di atteggiamento o con mezza pastiglia di ansiolitico.
Dopo un divorzio doloroso, la protagonista del libro ritrova finalmente la serenità. Ha un buon lavoro e le è tornata la voglia di fare progetti, nuove amicizie.
Inspiegabilmente, però, iniziano a manifestarsi strani malesseri che sulle prime sembrano dovuti a stanchezza. Ansia da stress, è la diagnosi del medico.
Pian piano questi episodi si trasformano in crisi di panico, al punto da costringerla a lasciare l’appartamento in cui abita per trasferirsi nella sua automobile, che diventa la sua casa.
A nulla servono la vicinanza della migliore amica e di un ragazzo conosciuto per caso in ospedale, che lei allontana pur sentendosene attratta.
Non vuole sentire ragioni: rifiuta i farmaci che le vengono proposti e continua a fare una vita da senzatetto, pur consapevole di vivere in una prigione, in spazi delimitati autoimposti.
Fino a finire nel mirino della malavita organizzata, che la minaccia di morte se non acconsentirà a donare un rene.
Rimasta sola e in pericolo di vita, sarà l’accettazione di una terapia farmacologica a farle ritrovare pian piano consapevolezza e forza di reagire per recuperare, insieme alla voglia di amare, quella libertà che aveva perso.
Nota integrativa – restando in tema leggi questo articolo de Il Salvagente sugli Attacchi di panico.