di Emmanuelle Pirotte
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Trama: Dicembre 1944. I tedeschi stanno arrivando. Il prete di Stoumont, nelle Ardenne, ha un’unica preoccupazione: mettere in salvo Renée, un’orfana ebrea nascosta nella canonica. E, d’un tratto, il miracolo: una jeep con a bordo due soldati americani si ferma davanti alla chiesa e lui, di slancio, affida a loro la piccola. Tuttavia quei due soldati hanno solo le divise americane. In realtà si chiamano Hans e Mathias e sono spie naziste.
Arrivati in una radura, Hans prende la pistola e spinge la bambina in avanti, in mezzo alla neve. Renée sa che sta per morire, eppure non ha paura. Il suo sguardo va oltre Hans e si appunta su Mathias. È uno sguardo profondo, coraggioso. Lo sguardo di chi ha visto tutto e non teme più nulla. Mathias alza la pistola. E spara. Però è Hans a morire nella neve, con un lampo d’incredulità negli occhi.
Davanti a Mathias e Renée c’è solo la guerra, e i due cammineranno insieme dentro quella guerra, verso una salvezza che sembra di giorno in giorno più inafferrabile. Incontreranno persone generose e feroci, amorevoli e crudeli.
Ma, soprattutto, scopriranno che il loro legame è l’unica cosa che può dar loro la speranza di rimanere vivi…
Letto da: Paolo
Opinione personale: Il rischio di cadere in una storia dalla lacrima facile, vista la trama, è stato evitato e quindi il libro mi è piaciuto; a differenza di una recensione letta online non mi pare che i personaggi siano stati descritti malamente, per cui ecco che Reneè mostra le angosce di una bambina in fuga, che perde l’innocenza a favore della sopravvivenza, portandola a sembrare fredda e persino manipolatrice.
Per contro Mathias che nei fatti è un assassino ancor prima che una SS, seppur per forza di cose, tramite Reneè scopre in sè ancora una scintilla di umanità che poi è quella che regge la storia.
Lo svolgersi della storia non è dinamico, secondo la recensione altrui, e ci mancherebbe altro, visto che la maggior parte della vicenda si svolge in una cantina. Ed è proprio questo spazio limitato nel quale confluiscono persone e soldati, ognuno con il suo carico di tensioni, umanità e meschinità, a tracciare la strada alla storia.
Nella mia classifica personale gli assegno un Buono.