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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: 53 giorni

Il diario ironico e poetico della quarantena, un racconto fatto per riconoscersi e riflettere, esorcizzare la paura con il sorriso.

Cinquantatré sono stati i giorni di isolamento dal mondo che tutti gli italiani, in ogni angolo della Penisola, hanno dovuto affrontare in quella che, fino a pochi mesi fa, sembrava la trama di un film di fantascienza e che all’improvviso si è rivelato il peggiore dei nostri incubi.

Quella di Gianpaolo, quarant’anni, napoletano trapiantato a Milano, è una quarantena fatta di piccoli gesti quotidiani, di una convivenza forzata con la compagna Olivia, i vicini antipatici e i dirimpettai da spiare.

È una quarantena con poche corse al parco e la spesa al supermercato come unica occasione di socialità, alla ricerca del Sacro Graal della pandemia degli italiani: il lievito di birra.

È la quarantena di un instancabile viaggiatore costretto a casa, tra i ricordi di una vita dall’altra parte del mondo e le video-chiamate con i genitori dal Sud, che sembra più vicino di quanto non sia mai stato.

Sono giorni fatti di incertezze e di rabbia, quella di chi ha perso tutto e di chi teme di non farcela, ma anche e soprattutto di speranza ed emozioni, quelle di un surfista che vuole tornare in acqua, di un attore che vuole tornare in scena, di un uomo felice che vuole tornare a ballare con gli amici.

Quelli di Gianpaolo, nel suo appartamento a Milano, sono in realtà i cinquantatré giorni che tutti noi abbiamo vissuto.

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Questa voce è stata pubblicata il 26 ottobre 2020 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .
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