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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Arriva il momento di cambiare il pacemaker e…

Nel 2011 a mio padre avevano messo il pacemaker e la previsione di durata della batteria era di 10 anni, tuttavia in occasione della visita annuale di controllo, nell’aprile del 2021, avevano detto che c’era ancora margine per cui lo avevano messo in nota per la sostituzione per marzo 2022.

Inutile dire che più si avvicinava il momento e più mio padre era in ansia, da una parte temeva che si dimenticassero di chiamarlo e dall’altra temeva l’intervento in sè.

Al 24 marzo lo hanno chiamato dall’Ospedale di Niguarda (Blocco Sud – Settore Ponti) e la signora S.B., molto efficiente e cortese, ci ha anticipato a voce le cose da fare e successivamente ci ha inviato via email la prenotazione per il tampone, da fare il 25 marzo, e tutti i passi da seguire per l’intervento del 28 marzo.

Spesso scrivo delle problematiche con la sanità pubblica, tuttavia come come si deve puntualmente segnalare i disservizi, bisogna anche lodare chi fa il suo lavoro con competenza e professionalità, come è successo in questo caso.

Leggi: Nella Sanità manca la logica delle piccole cose… oppure Dimettere una paziente Covid senza farle il tampone è una buona idea?

ma leggi anche: Speravo in un inizio 2021 migliore, ma dico grazie al personale sanitario… oppure La riconoscenza non abita in questo Paese, ma #iostocongliinfermieri perchè…

Siamo andati poco prima delle 7, fatta l’accettazione e siamo saliti in reparto dove il personale l’ha preso in carico, dicendomi che, visto che mio padre aveva il cellulare, nel pomeriggio mi avrebbe poi chiamato direttamente per il recupero avvenuto prima delle 15.

Ottima l’organizzazione generale, personale medico gentile e con un approccio rassicurante ed un trattamento degno di nota, incluso il pranzo durante la degenza giornaliera.

Tanto per dire, in occasione di un altro intervento giornaliero (tu chiamalo day hospital se ti va… ma #dilloinitaliano che si può fare) in una clinica privata, gli avevano dato un tè con i biscotti e via andare.

In questo caso il menù era composto da: Pastina + prosciutto cotto + purè + crackers + grana + purè di frutta + 1/2 litro di acqua, e nonostante sia un tipico pranzo da ospedale mio padre è rimasto soddisfatto della buona qualità.

Avendo le istruzioni per controllare la ferita e senza la necessità di togliere i punti, è stato facile nei giorni seguenti verificare che tutto andava come doveva, cambiando la medicazione ogni tanto.

Simpatico il siparietto poco prima dell’intervento, quando l’infermiera ha chiesto a mio padre se la batteria fosse cinese. Lui ha risposto “non lo so, ma doveva durare 10 anni ed invece siamo ad 11 anni…” al che l’infermiera ha risposto “ah, allora non è cinese” 😀

Una piccola nota negativa a margine che però non intacca quanto detto sopra; nel “water” l’acqua scorreva continuamente, il che obiettivamente è uno spreco inutile di una risorsa che sta diventando sempre più preziosa. In ospedale dovrebbe esserci un servizio generale di manutenzione che intervenga prontamente a riparare lo sciaquone.

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