Trama: Nel secondo dopoguerra il barone di dubbia nobiltà Rodolfo Polizzi sposa Ottavia principessa di Bauci e la porta con sé a Leonforte, un paese dell’entroterra di Sicilia. In quell’estate del 1951 dove, poco lontano, sull’isola di Vulcano Roberto Rossellini s’innamorava di Ingrid Bergman e, a Capo d’Orlando, Lucio Piccolo con i fratelli Casimiro e Agata Giovanna – zii di Ottavia – ricevevano il jet set internazionale, a casa del candido Rodolfo arrivava Lucy Thompson, la compagna di college della moglie a svegliare i trascorsi di gioventù della principessa, tutti di strani riti e sabba studenteschi.
Sotto gli occhi della signorina Lia, entusiasta testimone di una stagione elettrizzante, mentre il barone Polizzi si ammala e la principessa si lascia sedurre da un capomastro, l’intera Leonforte si trasforma in un pandemonio. Ma qualche anno dopo Carlo Delcroix, un eroe soldato – cieco e mutilato – la spinge a una scelta cruciale, ma forse vana. Un romanzo seducente e infuocato come la Sicilia, un divorzio all’italiana che Pietrangelo Buttafuoco trasforma in un moderno Faust al femminile.
L’opinione personale di Marina: È scritto in italiano volutamente un po’ “sicilianizzato” e anche “datato” (la storia si svolge negli anni 50). Ma la storia in se’ è deboluccia, i personaggi principali sono come “offuscati” dall’ambiente, da questa cittadina dell’entroterra siciliano e dai suoi abitanti. E
poi di colpo la storia finisce nell’ultima facciata quando tu pensi (dopo averla letta): “Ahh ecco ora finalmente vediamo cosa succede, finalmente la storia si animerà….”.
E invece no, è finito il libro.
NOIA MORTALE.