Domenica scorsa a Che tempo che fa, Luca Mercalli faceva notare come nella raccolta dell’umido, gli scarti di cucina per capirci, finisce di tutto; ad esempio ha fatto vedere una foto con alimenti ancora confezionati.
Questa cosa apre la porta ad un paio di considerazioni:
1 – quanto deve essere ignorante ed incivile la gente per buttare nell’umido degli alimenti (briosche e via dicendo)ancora confezionati? Non riescono veramente a capire (o se ne fregano) che così facendo danneggiano il processo di trattamento dei rifiuti?
Cosa questa che comporta poi un alto costo ed una bassa resa ovvero non lamentiamoci poi se le tasse sui rifiuti non scendono mai.
(Tralasciando il fatto che in ogni caso, nella nostra italietta, c’è scarsa correlazione tra la qualità del servizio ed il suo costo per il cittadino)
2 – In seconda battuta, bisogna essere oltremodo spreconi per gettare intere confezioni, ancora sigillate, di cibo. Soprattutto considerando che, accantonando il fatto tutte le considerazioni etiche ed ambientali, in ogni caso di tratta di prodotti che hai pagato. Hai soldi che ti avanzano?
Una chicca aggiuntiva: l’Austria ha un riciclo dei rifiuti pari al 68% e noi siamo fermi ad una raccolta differenziata del 35%, che non è la stessa cosa, come spiega sempre Mercalli. Non sarebbe bello trovarci ogni tanto alla pari con gli altri Paesi? Dobbiamo sempre essere colpevolmente ultimi?
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nel nostro comune per la “frazione verde” sono previsti cassonetti su ruote di un paio di dimensioni.. 😉
nel nostro comune per la “frazione verde” sono previsti cassonetti su ruote di medi e grandi.. 😉
– per tacere della “frazione verde” (sfalcio del prato in sacchi riciclabili e ramaglie tagliate max 1 metro e legate con spago biodegradabile), che vanno messe fuori dal cancello la sera prima del giorno stabilito dal grande-spazzino-capo;
– se la mattina del giorno dopo piove (o c’è sciopero), l’aiuto-vice-sotto-spazzino-in-prova deve riprendersi dentro i sacchi, operazione sempre da eseguire in giacca e cravatta… wink!
e da domani agguati ai vicini di casa che sbagliano il sacchetto per l’umido 😉
– dimenticavo, da oggi ho iniziato a svuotare i sacchetti per la raccolta dell’umido direttamente nell’apposito bidone;
– successivamente i sacchetti vuoti li ho messi nel cassonetto dedicato alla plastica…
– operazioni che a questo punto richiedono di NON esser vestiti “da ufficio”, ma da aiutanti-vice-sotto-spazzini-in-prova
– le sporte in “tessuto-non tessuto” le tengo con cura, ma non le lavo e soprattutto NON le uso per trasportare alimenti sfusi;
– avrò qualche…deficit per le procedure di smaltimento rifiuti, non certo per l’igiene: i prodotti commestibili vanno prima introdotti in sacchetti forniti (per ora gratuitamente) dal supermercato con scritto “garantito per alimenti D.M. 21.03.1973″ e la dicitura “02″ HD-PE EAQ1201982.., solo DOPO vanno messi nelle sporte (che quindi non entrano a diretto contatto con carne, arance ecc…);
– altra avvertenza, per determinati prodotti “spigolosi” o “taglienti” (penso ad es. ai carciofi), non basta un solo strato, per trasportarli insieme ad altri oggetti occorre utilizzare almeno 2 sacchetti (uno dentro l’altro) di quelli appunto “garantiti per alimenti D.M. 21.03.1973 – “02 HD-PE EAQ1201982..”
l’errore, pur se in buona fede c’è, tuttavia c’è anche da dire che spesso ci arrivano informazioni caotiche e regolate da normative che cambiano in corsa…
per leborse del super noi abbiamo sempre usato quelle riutilizzabili, sia quelle in tessuto-non tesuto, sia quelle in cotone.
a questo proposito di ricordo, se già non lo fai (ovvio), di lavarle ogni tanto – vedi: https://paoblog.net/2010/07/02/la-borsa-ecologica/
Grazie Paoblog, quindi in…buona fede…forse sbagliavo clamorosamente;
– sui sacchetti forniti dal supermercato per frutta e verdura c’è scritto “garantito per alimenti D.M. 21.03.1973” e poi, dentro un triangolo, la dicitura “02” HD-PE EAQ1201982..
– se non vanno bene, dovrò “svutotarli” nel bidone dell’umido, operazione alquanto…sgradevole/sporchevole.
– Per il resto nessun problema per il “bando” alle buste di plastica: dopo qualche esperimento…con esito pesantemente negativo, abbiamo abbandonato i sacchetti biodegradabili da 10 cent. (costosi e propensi alla rottura) e, da tempo, per la spesa al supermercato utilizziamo borse riutilizzabili e riciclabili, in “tessuto-non tessuto”, acquistate a caro prezzo.
circa il rifiuto umido è importante che il sacchetto sia compostabile, infatti esiste una certificazione per le buste compostabili (realizzate con amido mais, patate e poliestere, che possono essere smaltite nell’umido e che sono distinguibili attraverso i marchi come Compostabile, CIC o OK Compost, in base alla norma EN13432).
il sacchetto per la raccolta dell’umido, in genere è in Mater-Bi, comunque sia con l’entrata in vigore della recente normativa, i sacchetti dovranno riportare la dicitura: “Sacco biodegradabile e compostabile conforme alla norma UNI EN 13432:2002. Sacco utilizzabile per la raccolta dei rifiuti organici”.
Vedi: https://paoblog.net/2013/04/03/consumatori-ambiente/
Non sono certo che i sacchetti che citi, non tutti perlomeno, rientrino nella categoria dei compostabili. Bisogna anche stare attenti al fatto che spesso la gente è convinta di comprare shopper ecologiche, invece si ritrova con borse di polietilene additivato con sostanze che con la luce dovrebbero favorire la frammentazione della plastica. Alla fine del processo di sbriciolamento il contenitore si trasforma in minuscoli frammenti di plastica dispersi nel terreno e rappresentano un problema per gli animali che li possono mangiare e per l’ambiente. I finti sacchetti ecologici definiti oxodegradabili, sono molto utilizzati perché sono più resistenti, costano meno rispetto alle vere shopper biodegradabili, ma sono venduti allo stesso prezzo.
La recente normativa dovrebbe fare ordine, ma essendo in Italia, sappiamo bene che molti faranno come gli pare…
Per approfondire l’argomento, qui trovi una serie di post: https://paoblog.net/?s=sacchetti+umido
In secoonda battuta ti rimando a chi effettua il ritiro e/o smaltimento dei rifiuti; a Milano, ad esempio, sul suo sito l’Amsa c’è la sezione “Dove lo butto” che aiuta a capire “dove gettare cosa”. – vedi: http://www.amsa.it/gruppo/cms/amsa/trova_risolvi/dovelobutto/index.html
Io ad esempio, non abitando da tempo a Milano, ho scritto un paio di volte al Consorzio (ed l’assessore dell’Ecologia) che si occupa nel mioComune alla raccolta, per avere chiarimenti sul come comportarsi.
Certo sarebbe utile se vi fosse una politica comune in ambito riciclo, al fine di evitare, ad esempio, che a Milano riciclino i tetrapak e nel mio comune no, quando prima avveniva il contrario. Vedi: https://paoblog.net/?s=gestione+rifiuti+tetrapak
hem, faccio raccolta differenziata da tempo…e con fatica;
– ovviamente niente alimenti confezionati, ma l’umido lo raccolgo dento sacchettini biodegradabili (quelli forniti dal supermercato per la verdura, la frutta ecc…): a questo punto mi sorge il dubbio se il comportamento è corretto? non vorrei sbagliare…