in sintesi un articolo di Sara Rossi che leggo su Il Fatto Alimentare – aggiornato dopo la pubblicazione (vedi in calce)
L’autrice dell’articolo mi perdonerà se evidenzio da subito una frase, ma ben conosco il popolo del web che spesso legge le prime righe (se non il solo titolo) e poi si fa un’opinione, senza approfondire: La questione è delicata ma va detto che l’allerta diossina è abbastanza frequente in Europa.
Una nave Ucraina ha scaricato in Italia una grossa partita di mais contaminato da diossina, destinata ad essere utilizzata come mangime per animali. Le analisi sono state effettuate su campioni prelevati il 15 maggio 2014, ma solo oggi è scattata l’allerta.
Il lotto di mais contaminato è arrivato anche in Grecia e in Montenegro. I valori rilevati oscillano da 2,92 a 3,19 picogrammi di equivalente tossico (TEQ toxicity equivalence).
Secondo fonti accreditate, il lotto è sfuggito ai controlli e ora, a distanza di un mese, si teme che il mais sia arrivato in molti allevamenti.
La questione è delicata perché la diossina (meglio sarebbe dire le diossine) è un inquinante pericoloso e sarà necessario ricostruire l’intera filiera di distribuzione per individuare dove è finita la partita di mais.
In questi casi è importante fare un’analisi del rischio per valutare se la diossina ingerita dagli animali è riuscita a contaminare il cibo e in che quantità. Non è detto che si siano superati i livelli di soglia stabiliti dall’UE. Sino ad ora il Ministero della salute non ha diffuso comunicati.
Diossina e pericoli per l’uomo
L’uomo non lo sa ma assume ogni giorno piccole quantità di diossina attraverso i cibi, perché si tratta di un composto ubiquitario generato in diversi processi termici e industriali come sottoprodotti indesiderati e spesso inevitabili.
In genere le diossine si diffondono nell’ambiente attraverso l’aria e l’acqua, arrivando sull’erba che poi viene mangiata dagli animali al pascolo.
La diossina è però presente anche nei mangimi a base di mais utilizzati negli allevamenti, come si rileva da centinaia di casi segnalati nel Rasff in questi anni. Trattandosi si molecole che solubili solo nei lipidi, le diossine si accumula nel grasso degli animali alimentati con mangimi contaminati. In parte può arrivare anche nel latte vaccino.
È stato dimostrato che l’esposizione prolungata a queste sostanze provoca una serie di effetti negativi sul sistema nervoso, su quello immunitario ed endocrino, compromette la funzione riproduttiva e può anche causare il cancro. La loro persistenza e il fatto che si accumulano nella catena alimentare, sono un problema difficile da risolvere .
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Aggiornamento: il Ministero della salute ha pubblicato un comunicato in cui conferma la notizia. Il testo dice che questo mais viene normalmente miscelato con altri componenti in una percentuale variabile, a seconda della specie animale a cui è destinato, per la produzione dei mangimi completi.
Secondo il Ministero l’11 giugno 2014 sono state attivate tutte le procedure per rintracciare e bloccare il lotto contaminato ed è stata inviata una comunicazione al Sistema di allerta rapido europeo Rasff.
Un altro provvedimento importante deciso dal Ministero è stato il blocco cautelativo di alimenti provenienti da animali che hanno consumato mangime contenente mais ucraino. Purtroppo non vengono forniti elementi più precisi importanti per i consumatori e non si quantifica l’entità della contaminazione. Attraverso la tracciabilità del mais si dovrebbe sapere dove è stato venduto e se è stato consumato dagli animali.
Sulla base di queste informazioni si potrebbe stabilire una mappa eventuale del cibo contaminato in commercio è ritirarlo immediatamente dal commercio. Si tratta di un’eventualità plausibile visto che il carico è arrivato un mese fa, e in questo periodo è stato sicuramente consumato dagli animali.
È inoltre assolutamente necessario fare un’analisi del rischio e informare correttamente i cittadini sugli eventuali pericoli e sui cibi da non consumare.
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L’allerta interessa 12 Regioni e più precisamente: Piemonte, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Umbria, Calabria e Sicilia. Sono in corso in tutte le Regioni riunioni per mettere a punto il piano di azione che coinvolgerà centinaia di aziende alimentari e migliaia di allevamenti.
Senza fare allarmismo e però doveroso dire che molto probabilmente cibo contaminato sia già stato venduto e consumato. Il lotto è troppo consistente per essere ottimisti, stiamo parlando di 26.059 tonnellate, ovvero all’equivalente di un raccolto ricavato da un campo di forma quadrata con un lato di 26 km!
In questa vicenda l’unica nota positiva è che 5.000 tonnellate sono rimaste nei silos e sono state immediatamente sequestrate. La rimanente quota però (21.000 tonnellate) è stata in parte commercializzata come farina e in parte miscelata in misura variabile (dall’1 al 60% ) con altri ingredienti per diventare mangime completo per bovini da latte e da carne, per maiali e polli e pesci. Un’altra quota è stata utilizzata dagli allevatori come complemento del pasto dato agli animali insieme a insilato e altri ingredienti autoprodotti dalle aziende agricole.
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L’Italia è un paese strano, pronto a mobilitarsi per un lotto di falso Parmigiano, ma indifferente quando arrivano 26 mila tonnellate di mais contaminato da diossine distribuito in centinaia di allevamenti sparsi in tutte le regioni (tranne Sicilia, Basilicata e Sardegna).
Il Ministero della salute, che ogni giorno diffonde 3-4 comunicati su svariati argomenti, ha dedicato a questa vicenda un annuncio molto sintetico giunto con nove giorni di ritardo.
Anche Coldiretti, abituata a diffondere 3-4 annunci stampa al giorno, ha ignorato il problema, anche se migliaia di allevatori sono coinvolti.
In fondo alla lista ci sono i giornali a diffusione nazionale, troppo distratti dai Mondiali e dalla politica per interessarsi del problema. Ma la diossina c’è, e il blocco di latte e uova proveniente da allevamenti di animali alimentati con questo mangime è in corso da venerdì 20 giugno.
Più concretamente vuol dire che il latte deve essere trasformato in latte in polvere e le uova in derivati, in attesa di analisi che determinano la concentrazione di diossina….
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La carne non la mangio ma latte e uova sì cazzarola