Leggi la notizia (su ilgiorno.it) e ti fai la domanda: perchè non indossare il casco? O, meglio, visto che il buonsenso del singolo non basta, perchè non renderlo obbligatorio?
Domande retoriche, ovviamente, se non utopiche. Tuttavia faccio sempre molta fatica a capire perchè non adottare delle semplici precauzioni che ci tutelino.
“Domenica mattina, verso le 8.30, il gruppetto composto da 4 amici aveva raggiunto la strada provinciale 227 a Corbetta. Nel fare una curva il ciclista ha sbandato cadendo a terra e picchiando violentemente la testa. Inizialmente ha perso conoscenza per poi riprendersi.
Soccorso immediatamente dai compagni di allenamento e da alcuni passanti è stato allertato il numero unico del 112 per le emergenze. Vista la situazione la sala operativa ha inviato sul posto un’ambulanza della Croce Bianca di Magenta unitamente all’eliambulanza.
Dopo essere stato stabilizzato il ciclista, di circa 70 anni, è stato trasferito con l’elisoccorso al Niguarda di Milano. Sul posto i carabinieri per chiarire la dinamica.”
Molti anni fa un amico motociclista (ai tempi il casco non era obbligatorio) per un malore è caduto da fermo (e moto spenta), battendo la testa sullo spigolo del marciapiede. E’ morto.
Altri tempi, altra consapevolezza ed informazione. Però oggigiorno sembra che nessuno muova un passo per autotutelarsi a meno che venga costretto (in teoria) da qualche norma, salvo poi protestare (vedi le cinture) perchè ci si senti limitati nella sfera personale e si invoca il libero arbitrio che, però, non sembra andare a braccetto con il buonsenso.
Ed alla fine, chi cade senza casco magari muore. Fatti suoi? Certo, ma fatti anche delle persone che lascia, di altri eventualmente coinvolti in quello che poteva essere un incidente senza gravi conseguenze, ed invece ci scappa il morto. Evitabile.
E torna d’attualità la riflessione dell’amico Francesco:
“Si trattano le regole come fossero sempre delle punizioni messe lì a creare problemi o limitare la libertà personale. Non nego che qualche volta ciò accada, ma è ancor più vero che, diversamente, le regole, unite al buon senso, ci permettono di difendere i nostri diritti e la nostra vita.”
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Aggiornamento del 20 marzo 2015
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