un articolo che leggo su E-R Consumatori
“Il 2014 doveva essere l’anno di un nuovo inizio. Di sicuro è l’anno in cui ci si è fermati sull’orlo del baratro alle prese con equilibri sempre più difficili”.
E’ quanto emerge dal Rapporto Coop 2014 “Consumi & distribuzione”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche e il supporto d’analisi di Nielsen.
Il Rapporto fotografa lo stato di salute dei consumi nel nostro Paese inserito in un contesto europeo e internazionale e approfondisce le modalità con cui le famiglie reagiscono alla nuova realtà economica, le differenze che caratterizzano i diversi territori italiani e il confronto con quanto accade negli altri grandi Paesi europei.
Gli italiani – si sottolinea – diventano più sobri: calano gli spostamenti, diminuiscono i vestiti e i divertimenti, meno alcol, meno tabacco e meno gioco. Allo stesso tempo riprendono piede antichi fenomeni come il noleggio o la condivisione dei beni.
I consumi sono fermi, due le eccezioni: il cibo, nella versione etica, biologica, vegetariana, vegana, e i dispositivi tecnologici (smartphone) tanto che l’e-commerce è aumentato del 20,4% in un anno.
“La situazione economica – evidenzia Coop – è certamente difficile. Basti pensare che dal 2007 a oggi si sono persi circa 15 punti di Pil e ogni italiano ha visto ridursi di 2700 euro il reddito disponibile.
Gli italiani hanno anche indubbie capacità di adattamento: dopo anni di flessione hanno ripreso a risparmiare (è dell’1,7% la maggiore quota di reddito risparmiato nell’ultimo biennio) e il 41% degli italiani dichiara di destinare al risparmio il denaro disponibile dopo aver soddisfatto bisogni essenziali”.
Gli obiettivi principali del risparmio sono il futuro dei figli e le esigenze legate alla casa, alla quale gli italiani destinano il 40% del proprio budget mensile tra mutuo, affitti, utenze.
Il cibo, come detto nelle varianti etiche, etniche, vegane, salutistiche, sia in testa agli interessi: all’acquisto di alimenti e bevande gli italiani destinano oltre il 18% della spesa per consumi, quasi il 4% in più della media europea, fatta salva comunque una contrazione della spesa alimentare che dura da 13 trimestri consecutivi.
>> Basti pensare che dal 2007 a oggi si sono persi circa 15 punti di Pil
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quanti anni ci vorranno prima di recuperare quei 15 punti, e ritornare al trend di lungo termine ?
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Nessun episodio recessivo passato e’ mai stato cosi’ lungo o profondo, con la sola eccezione della seconda guerra mondiale.
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Questa e’ una emergenza che ha le dimensioni di uan guerra. E la risposta che viene data finora e’ quella di 80 euro in busta paga.
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Cosa si aspetta a liberarsi di certi vincoli? che sia tutto desertificato, o venduto allo straniero?
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A quando un nuovo 8 Settembre?
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sicuri di diventa, Ride Safe.