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Expo2015, ricevo questa lettera con alcune riflessioni “non pubblicabili” (dal Corriere)

riflessioni non pubblicabili dal Corriere della Sera, s’intende… 😉

pensieri parole

Mi scrive l’amica Madamin:

Caro Paolo,

agganciandomi a quanto hai scritto ieri nel post Cosa ci porta Expo2015? Aumenti della Tari e degli affitti per gli studenti…, ti invio una lettera scritta dal mio titolare, uomo accorto ed informato e che “vede lontano”, così vediamo anche un pò cosa ne pensano la casalinga di Voghera e l’uomo della strada, unitamente ad altri operatori commerciali, se ci sono in mezzo ai lettori del Blog.

Aveva fatto richiesta al Corriere della Sera di poter pubblicare una lettera aperta nell’apposito spazio, prima accordato e poi, saputo l’argomento, negato, chiedendogli invece 12.000 € * nel caso volesse comunque pubblicare queste sue riflessioni.

Leggendo potrai capire da solo le ragioni di questo cambio di rotta…

(* Nota di Paoblog: della serie Pecunia non olet ovvero non si può esprimere pubblicamente una riflessione negativa su Expo, tuttavia se paghi, lo stesso soggetto che ti ha detto NO, cambia idea e se pò fà)

Lo sappiamo bene, all’interno di Expo hanno investito tutti, associazioni varie, banche, giornali ecc. e quindi non si pubblicizza quello che può dare fastidio, tanto più se è assolutamente pertinente.

Questa la lettera scritta dal titolare di Madamin:

Ho letto in modo approfondito gli articoli del 28 febbraio sul Corriere della Sera relativi all’Expo e, dopo svariate settimane di monitoraggio di tutto ciò che poteva scaturire da Expo a livello di opportunità per il nostro settore a Milano e Provincia, ecco che vengono resi pubblici gli orari di apertura e chiusura della manifestazione: dalle 9 alle 23.

Avevo già chiesto a diverse persone (colleghi, agenti di commercio, clienti professionisti) notizie sugli orari di Expo e nessuno aveva idea (e questo era già abbastanza sospetto, a mio parere).

Quando ho visto l’accattivante articolo sul Corriere ho capito tutto: a noi, pubblici esercizi di Milano e Provincia, di Expo sarebbero rimaste solo le briciole…

Ed è a questo punto che ho deciso di telefonare al Presidente della nostra associazione, per chiedere lumi su un aspetto che ritengo fondamentale per la categoria che Lui stesso rappresenta.

Purtroppo, a domanda: “Sei a conoscenza degli orari di Expo?” mi è stata data una risposta inaspettata con un assunto assolutamente non richiesto: “i conti devono tornare” (avallando esplicitamente quello che io non avevo ancora esplicitamente detto).

A questo punto, se proprio il Presidente della nostra Associazione, si erge a paladino degli investitori di Expo, cosa dobbiamo aspettarci?

E qui mi rivolgo anche al Sindaco Pisapia: che bisogno c’era di prolungare fino alle 23? Non era sufficiente chiudere alle 20 (o al massimo le 21)?

In questo modo i visitatori avrebbero avuto modo di vivere la città e la provincia, approfittando dell’ospitalità di ristoranti, locali, di manifestazioni cittadine e non.

Il ruolo di entrambi, a mio avviso, avrebbe dovuto essere quello di farsi portatori di questo concetto, stimolando le autorità locali a caldeggiare il posticipo di qualsiasi attività almeno fino alle ore 23 ( attività, musei, negozi).

Ad aggravare la situazione il biglietto ridotto di 5 euro che avalla ulteriormente la mia preoccupazione, perché contribuirà a diminuire anche il flusso della clientela cittadina, incanalandola verso Expo.

Ritengo che entrambi abbiano perso un’occasione per ribadire l’importanza in primis del ruolo degli Associati e poi per imporre il valore e la qualità dell’accoglienza di Milano e della Provincia in fatto di locali, che in questi mesi hanno lavorato ed investito in vista di Expo.

Società e Aziende importanti avranno anche investito nel padiglione ma non dimentichiamoci di tutti gli operatori che lavorano e arrancano tutto l’anno per far ” quadrare i loro conti” e non sempre ci riescono.

Ogni mese chiudono esercizi e non sempre è per mancanza di professionalità.

Expo è vista come una grande opportunità ma, in questo modo, ritengo che sia abbondantemente sprecata; sono mesi che monitoro il mercato attraverso il dialogo con tanti miei colleghi e non ci sono grandi prospettive di lavoro legato a cene o eventi per Expo e tanti stanno rivedendo la politica di chiusura per ferie ( me compreso).

Sicuramente gli investimenti sono stati e sono ingenti per cui occorre far quadrare i conti: si, ma di chi?
Sostanzialmente, i sacrifici sono sempre gli stessi e sempre dalla stessa parte, ma con l’aggiunta dell’incombente pericolo (fondato), come ha detto lo stesso Presidente, della cannibalizzazione.

* * *

Aggiunge poi Madamin a supporto di quanto sopra:

Questa Expo che benefici potrà portare alla città? Non è per fare i disfattisti, ma chi verrà a visitarla, se italiano lo farà in giornata, prendendosi al massimo una notte per riposarsi dal viaggio; se straniero, dopo una visita ad Expo, sicuramente prenderà la palla al balzo e andrà a visitare altre città (Firenze, Roma, Venezia, ecc.).

Expo è creduta da tutti una fiera, ma non è così: è qualcosa di mastodontico che coinvolge un sacco di operatori che, anche al di fuori dei padiglioni espositivi veri e propri organizzeranno eventi di varia natura, creando un polo attrattivo anche per i milanesi, col vantaggio del biglietto a 5 euro.

Quando si esce dopo una giornata così piena dove si va?

E ti assicuro che ieri le mie perplessità mi sono state confermate anche dal titolare di un’importante azienda di divise da lavoro di ristoranti, bar, alberghi, ecc che ha detto esattamente le stesse cose, confermando tutto.

* * *

Ed infine, per completezza, aggiungo la mia riflessione, da uomo della strada, su Expo2015: Avete voluto l’Expo, ma forse serviva un pò di realismo.

Come già detto, non sono contro a prescindere, ma ritengo di essere, semplicemente, realista ed infatti ho trovato calzante questo aforisma sentito giorni fa:  Un pessimista è un ottimista che si è informato.

Leggi anche: La sera andavamo a Expo (e snobbavamo la città) e Expo, va a finire che avevamo ragione noi…

3 commenti su “Expo2015, ricevo questa lettera con alcune riflessioni “non pubblicabili” (dal Corriere)

  1. paoblog
    18 marzo 2015

    alcune cifre lette su Il Fatto Alimentare

    ad esempio, lo spazio a disposizione della birra Poretti è di 185 metri quadrati a fronte di un pagamento di circa 800 mila euro e al riconoscimento dell’8% sulle vendite da versare a Expo.

    Per l’acqua minerale ci saranno esclusivamente bottiglie di San Pellegrino. Anche in questo caso lo spazio assegnato è di 100 metri quadrati mentre il pagamento ammonta a 1,15 milioni di euro oltre all’8% sulle vendite da devolvere a Expo.

  2. Poppea
    18 marzo 2015

    Ovvio che fanno gli interessi loro, tutti i ns politici sono ammanicati nell’expo, tangenti comprese.

    La lavazza non so’ quanto ha pagato x l’esclusiva… è ovvio che a questi di quelli che si spaccano il culo per arrivare a fine mese non frega nulla

  3. Giuliano B.
    18 marzo 2015

    ho letto la lettera e ne condivido i contenuti (seppur dal punto di vista dell’interessata).

    Io sono più drastico. Expo così come è stato concepito è una doppia presa per i fondelli.

    Io avevo pensato ad un EXPO virtuale, fattibile con meno sperpero di soldi e di territorio; doppia perchè parla di sostenibilità quando gli interventi sono quanto di più invasivi dell’ambiente ci sia e poi quando parla del cibo, nel mentre da ad Eataly ed a altri gruppi come la Coca Cola l’esclusiva del cibo.

I commenti sono chiusi.

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