Perché un uomo che sembra in grado di andare dovunque e fare qualunque cosa – il cantautore e compositore Leonard Cohen – sceglie di passare anni stando seduto senza andare in nessun posto?
Che cosa può offrire questo “nessun posto” che nessun “ovunque” può eguagliare? E perché un viaggiatore seriale come Iyer, che è andato dall’isola di Pasqua all’Etiopia, da Cuba a Kathmandu, pensa che stare seduti in una stanza può essere l’estrema avventura?
Il libro considera l’aspetto inaspettatamente avventuroso di non andare da nessuna parte e rivela una verità controintuitiva: più sono i nostri modi di connetterci, più molti di noi sembrano desiderosi di staccare la spina.
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e visto che si parla di staccare la spina, suggerisco la lettura di questi post:
Sarebbe bello se, nelle sale d’attesa, potessi vedere ancora…
Difficile leggere un libro a letto, la sera? Sarà…
Occhi bassi (sullo smartphone) e via andare
Gente che legge, gente che non ti guarda negli occhi…