in sintesi un interessante articolo di Agnese Codignola che leggo su Il Fatto Alimentare ed integro con i link che portano ad altri post sul Bisfenolo A
L’impiego di bisfenolo A o BPA, plastificante ubiquitario accusato di aumentare il rischio di alcuni tumori, di perturbare il sistema endocrino e riproduttivo, di causare diabete e malattie metaboliche e cardiache, tiroidee e dello sviluppo, sta lentamente diminuendo, in alcuni paesi dopo l’approvazione di specifiche normative che ne limitano l’utilizzo.
Ma cosa possono fare i consumatori?
evitare di dare alimenti in scatola con BPA a donne incinte e bambini;
evitare tutti i cibi in lattina che non siano BPA-free/(con denominazione ragionevolmente garantita, meglio se certificata);
(a questo proposito vi segnalo questo post: Se la scritta “senza Bisfenolo A” garantisce ben poco…)
sostituire il maggior numero possibile di alimenti in scatola con quelli freschi;
cercare prodotti sostitutivi conservati in altri materiali come il vetro;
sciacquare con acqua corrente ogni cibo che sia stato a contatto con l’interno di una scatola che contiene BPA;
non scaldare mai, per nessun motivo, scatole con BPA;
contattare le aziende e fare domande dettagliate sull’inscatolamento o sui sostituti del BPA;
chiedere alle stesse che indichino in modo chiaro sulle confezioni la presenza e il dosaggio di BPA, anche se nessuna legge le obbliga a farlo.