in sintesi un articolo che leggo su Altroconsumo
Quando si critica un fenomeno alimentare o salutistico, leggo poi commenti in toni entusiastici di questi succhi Detox, ma al di là delle convinzioni dei singoli e dei commenti che spesso sono scritti dai rivenditori sotto mentite spoglie, ritengo che, a prescindere dalle criticità segnale nello specifico (temperature alte, cattiva conservazione, muffe) il punto della questione non è certo il consumo di succhi di frutta & verdura quale integrazione di un’alimentazione corretta, ma l’abuso degli stessi.
Scrive infatti Altroconsumo in chiusura:
Se stai eccedendo con una dieta sbilanciata, ricca di grassi saturi e zuccheri, un percorso cosiddetto detox non è la risposta.
Se invece ami i centrifugati e gli estratti di frutta, inseriscili nella tua routine alimentare. Puoi prepararli da solo in casa con una centrifuga o un estrattore di succo.
Nota bene > La marca dei succhi è stata indicata con una sigla di fantasia (XY); per leggere integralmente l’articolo è sufficiente cliccare sul link in apertura.
La moda arriva dritta dritta dagli Stati Uniti, dove ormai è talmente radicata da muovere un business da cinque miliardi di dollari l’anno. Non c’è celebrity che non venga quotidianamente paparazzata con un bicchierone di centrifugato in mano.
E così, seppure in ritardo, eccoli spuntare anche in Italia, e a giudicare dalla moltiplicazione dei marchi in commercio anche con risultati “promettenti”.
Li abbiamo acquistati, scegliendo il programma detox di tre giorni di due delle marche più note. In totale 18 bottigliette ciascuno per una spesa rispettivamente di 200 e 180 euro.
I menu detox da noi scelti prevedono l’assunzione di 6 bottiglie di succhi al giorno, in sostituzione dei pasti, per un totale di circa mille calorie al giorno.
Regimi alimentari del tutto squilibrati e non salutari se diventano l’unica fonte di energia.
Abbiamo portato le bottiglie in laboratorio per sottoporle ad analisi microbiologiche, quelle cioè riguardanti i parametri di igiene, trattandosi di succhi freschi e quindi deperibili.
La prima grande delusione riguarda la consegna: la temperatura dei succhi XY era decisamente troppo alta (19 °C) e nella scatola non c’era neppure del ghiaccio. Inaccettabile per succhi ottenuti tramite “spremitura a freddo”.
Il giorno dopo la consegna il laboratorio ha analizzato due bottiglie, una per marchio, e ha ripetuto il test il terzo giorno, cioè alla presunta fine del programma dietetico.
Nei succhi XY abbiamo riscontrato valori non trascurabili per gli enterobatteri, ad indicare che frutta e verdura non sono stati lavati in maniera adeguata.
Il dato peggiore però riguarda le muffe, presenti in quantità elevata sia nel primo sia nel secondo campione, ad indicare una non corretta conservazione degli alimenti.
I produttori di questi succhi usano le parole “tossine” e “detox” in modo scorretto e in maniera tutt’altro che scientifica e questo è un dato preoccupante visto che lo fanno in un contesto in cui si parla di benefici per la salute.
Benefici sciorinati a gran voce, senza nemmeno l’uso del condizionale salvo poi prendere le distanze con claim che recitano: “Non siamo medici, non forniamo assistenza medica, è consigliabile richiedere il parere di un medico”.
Per questo abbiamo deciso di inviare una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratica commerciale scorretta.