Tutti i giorni (lavorativi) dopo pranzo mi ritaglio una passeggiata di mezz’oretta e, non essendo abituato a camminare con gli occhi bassi sullo schermo del telefono, va da sè che mi guardo in giro.
Quando la strada lo consente ed ho una buona visibilità sulle auto di passaggio, faccio una verifica spannometrica su quanti automobilisti allacciano la cintura di sicurezza.
Per quanto riguarda i passeggeri posteriori non serve il conteggio; il 99% non la indossa e spesso neanche sa che è obbligatoria.
Sui seggiolini dei bambini ho scritto più volte e quindi nessuna novità neanche in tal senso.
Ultimamente, però, ho notato che a Milano i conducenti senza cintura sono in aumento e talvolta rasentano il 50%; di questi la maggioranza sono donne ed ancor di più giovani ovvero automobilisti/e freschi di patente che hanno passato gli esami, dimostrando poi nei fatti di non aver appreso nulla circa la sicurezza personale ancor prima che del rispetto delle norme.
Nota a margine con la quale, va da sè, scivolo nell’utopia,…
Mi verrebbe da dire “fate quel che vi pare” se non fosse che quando non indossi le cinture le conseguenze sono più gravi per tutti e quello che talvolta potrebbe essere un incidente di lieve o media gravità porta a conseguenze peggiori e quindi aumenta il peso delle polizze assicurative, delle spese sanitarie pubbliche e via dicendo.
E non vedo perchè debba essere la collettività a pagare per la tua mancanza di regole.
Non metti le cinture e ti fai male? Va bene, liberissimo di farlo, però in caso di incidente il Servizio sanitario ti garantisce l’assistenza di Pronto soccorso e poi ti arrangi.
Vero, non siamo mai stati d’accordo su questi argomenti, tuttavia…
| trasgredita la quale non hai diritto ad essere assistito dalla comunita’, non c’e’ alcun limite concettuale che frenerebbe l’applicazione del principio a qualsiasi malattia cronica |
Fermo restando che siamo nel campo dell’utopia, in un senso o nell’altro, va da sè che in un mondo perfetto non ci sarebbero situazioni come quelle sopra citate.
Mi aggancio a chi va in montagna. (https://paoblog.net/2015/03/11/turismo-montagna-2/)
Vai in montagna e succede qualcosa, ti soccorro.
Se gli avvisi dicono/vietano di non andare ad arrampicare o fare fuori pista e tu te ne freghi, se ci sono le condizioni di sicurezza, ti soccoroo (e ti faccio pagare una quota dell’intervento) sennò sono fatti tuoi.
Idem in auto. Non vuoi allacciare le cinture. Va bene, non farlo. Ma te ne assumi la responsabilità ed il peso delle conseguenze.
P.S. Il casco. Mettiamo che non sia obbligatorio. Ti urto a bassa velocità, cadi, picchi la testa sullo spigolo del marciapiede. Hai il casco, sarai rintronato. Non hai il casco, muori. Ed io vengo accusato di omicidio stradale? Perchè tu hai scelto di non indossare il casco?
>> E non vedo perchè debba essere la collettività a pagare per la tua mancanza di regole.
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Caro Paolo, sai che dissentiamo su questo punto.
Una volta fatto passare il principio che c’e’ una regola di vita sana e senza rischi, trasgredita la quale non hai diritto ad essere assistito dalla comunita’, non c’e’ alcun limite concettuale che frenerebbe l’applicazione del principio a qualsiasi malattia cronica. Anzi, a qualsiasi condizione clinica, punto. Un mondo in cui l’assistenza che ti viene data e’ funzione solo di quanto puoi pagare, e di quanto puoi essere utile alla societa’ (si parla di utilita’ strettamente economica).
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La liberta’ di poter disporre del proprio corpo come meglio aggrada, senza incorrere in sanzioni e ostracismo, mi pare non negoziabile. L’alternativa e’ un mondo in cui una autorita’ superiore, magari supportata dai pareri di ‘scienziati’ scelti appositamente, si arroghi il diritto di disporre del tuo corpo, nel nome del bene comune.
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Non penso sia necessario notare che la storiaccia dei vaccini va precisamente i quella direzione. L’obiettivo del decreto Lorenzini non e’ la salvaguardia dei bimbi immunodepressi; e’ lo sdoganamento del concetto che il corpo dell’individuo appartiene a qualche istanza superiore (in questo caso, lo Stato).
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Ma i costi! L’obiezione ha poco senso; o meglio,ha senso solo in un mondo in cui i soldi sono limitati, cosa che in uno Stato normale e’ assurda (l’Italia odienra non e’ da questo punto di vista uno stato normale).
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Nota finale, per rintuzzare possibili attacchi personali; fosse per me, non sarebbe obbligatorio nemmeno il casco in moto. Cio’ non toglie che giro in scooter con casco, guanti, stivali, giubbotto e jeans da moto.
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sicuri si diventa, Ride Safe.