Siamo tutti in grado di capire cosa voglia dire la parola «notte», anche se forse non ne abbiamo mai fatto esperienza. Chi vive nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città, è raro si sia immerso in una notte autentica dove le stelle hanno la forza di bucare la coperta nera del cielo.
La luce elettrica, una grande invenzione che ha aperto la porta a migliaia di nuove esperienze, ha inesorabilmente occupato tutto il buio impedendoci di vivere l’altra faccia del giorno, con tutti i suoi doni: le stelle, la Via Lattea, il ritmo sonno/veglia, la poesia dell’oscurità.
Irene Borgna, tra le mani una mappa dei cieli neri europei, è partita alla ricerca di quei luoghi che ancora resistono all’inquinamento luminoso.
Dalle Alpi Marittime al Mare del Nord, a bordo di un camper, l’autrice ha compiuto un viaggio per tornare a vivere quelle tenebre che furono divise dalla luce all’inizio del mondo, per capire cosa voglia dire inquinare la notte, per raccontarci gli aspetti economici, antropologici, sociali, poetici e simbolici di quello che potremmo chiamare «uno stato d’animo in via d’estinzione».
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Nota di Paoblog: Nel 2014 a radio Deejay, durante Tropical Pizza, Nikki ha intervistato un membro di Cielobuio.org un’associazione che si batte contro l’inquinamento luminoso che, oltre ad evidenti danni all’ecosistema, causa anche uno spreco di energia e quindi di risorse economiche ed un maggiore inquinamento.
Neanche a farlo apposta, un paio di giorni dopo mi sono imbattuto in un’intervista a Fabio falchi, presidente di Cielobuio, e che puoi vedere cliccando qui.
Pur essendo al corrente del problema dell’inquinamento luminoso, a quel punto è scattata la molla ed ho cercato più informazioni sull’associazione e sul loro sito ho notato la presenza di un Appello per la riduzione e il contenimento dell’inquinamento luminoso in Italia, del quale pubblico un passaggio che in poche parole riassume il concetto:
Per inquinamento luminoso si intende l’alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell’ambiente, causata dagli impianti di illuminazione pubblica e privata, spesso posti in opera in difformità dalle regole dell’efficienza e talora anche del comfort visivo, sovradimensionati per potenza e tali da irradiare verso il cielo buona parte della luce emessa.
Per questi stessi motivi, l’inquinamento luminoso rappresenta anche uno sperpero di energia, del quale sono responsabili i Paesi industrializzati: sperpero tanto più odioso se si considera che in molte parti del pianeta l’accesso ai benefici dell’energia e, nella fattispecie, la fruizione della luce artificiale rappresentano un lusso.