Questa mattina al bar, mentre prendevo il caffè, ho sentito il dialogo fra il barista ed una cliente, una ragazza sui 25 anni.
Cliente: Ci mancava anche questo cetriolo, non si sa più cosa fare…
Barista: Ma che, sono tutte balle, il virus (ma si tratta di un batterio, non di un virus) ce lo mettono loro (Loro?), te lo dico io (Io chi?)..adesso poi venderanno il vaccino e si fanno i soldi…
Cliente: Vero, stanno già parlando del vaccino…
Questo breve dialogo la dice lunga sulla confusione creata dalla cattiva informazione che ovviamente si tramuta in disinformazione e sulla capacità dei consumatori di fare la differenza fra i si dice e le notizie diffuse da fonti attendibili. Ci manca solo che si trasformi la vicenda in un complotto e siamo a posto.
A questo proposito ecco un articolo di Roberto La Pira che cerca di chiarire il tutto, non senza dare la giusta dose di responsabilità anche all’OMS: Non c’è alcuna necessità di creare allarmismo, come sta facendo l’OMS dimostrando una certa inclinazione verso il sensazionalismo.
Alcuni brani tratti dall’articolo di La Pira, che puoi leggere integralmente QUI:
L’effetto scatenante è stato un comunicato dell’OMS che descrive il batterio come un microrganismo killer, in grado di provocare epidemie disastrose. Il comunicato fa riferimento a sequenze del Dna fatte in Cina, accostando questo Escherichia coli a un forma africana molto pericolosa. Ci sono tutti gli ingredienti per trasformare un problema serio localizzato in Germania in un evento mediatico da prima pagina in grado di allarmare la popolazione europea e creare il panico.
L’abbinamento tra la capacità emorragica e la capacità aggregativa dell’Escherichia coli (ovvero la capacità di provocare emorragie e di attaccarsi molto bene alle pareti per riprodursi ) non è una novità. E’ vero che l’Escherichia coli O 104 è molto virulento e la questione è seria perché le persone muoiono e chi contrae la SEU ha forme invalidanti ai reni gravi. Ma questo si sa da settimane. Perché creare questo allarmismo tra i consumatori? Cosa è cambiato rispetto ad una settimana fa?
Il problema è quindi serio, ma solo per i cittadini che vivono nel nord del Paese vicino ad Amburgo. Nella vicenda sono coinvolti altri cittadini svedesi, danesi e di altre nazioni che hanno vissuto in quella zona per qualche giorno e possono avere mangiato alimenti contaminati. Il problema non riguarda un alimento prodotto industriale a disposizione di milioni di consumatori.
Non c’è nessun motivo di limitare il consumo di frutta e verdura e ortaggi. Lo abbiamo già scritto ieri: le prime analisi in Italia su ortaggi prelevati al dettaglio effettuate presso gli Istituti zooprofilattici sperimentale di Piemonte, Liguria ,Valle d’Aosta e quello di Lombardia ed Emilia-Romagna utilizzando il metodo elaborato dall’Istituto superiore di sanità, hanno dato esito negativo. Una conferma in più per dire che il problema è tedesco e li va cercato.
In questa situazione la decisione Russa di bloccare le importazioni di ortaggi dall’Unione Europea risulta quanto meno ridicola e non è certo un provvedimento adottato per tutelare i cittadini.
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