in sintesi un articolo di Alessandro Tarentini che leggo su Il Fatto Alimentare
Che gli Stati Uniti d’America stiano fronteggiando una vera e propria epidemia di obesità è ormai noto da tempo a tutti (un terzo della popolazione americana è obesa).
Il giornalista Mark Bittam, dalle colonne del prestigioso “The New York Times” si pone una semplice domanda : Davvero il cibo spazzatura fa risparmiare?
Bittam smonta uno dei dogmi assoluti in ambito alimentare e ci svela che un pasto medio per 4 persone presso un McDonald’s viene a costare 27,89 $, mentre cucinare a casa un pollo al forno con contorno di patate e una semplice insalata può costare solo 13,78 $.
Non è tutto: il consumatore può risparmiare di più rinunciando a utilizzare solo prodotti freschi. Per un piatto di riso, fagioli, pancetta e peperoni in scatola si dovrà sborsare l’esigua cifra di 9,26$.
L’autore precisa che gli alimenti acquistati per il test provengono da un supermercato dai costi medio-bassi. Niente a che vedere, quindi, con i cibi venduti dai WholeFoods o da un Farmers Market californiano, dove i prezzi sono elevati rispetto alla media. Ciò non toglie che gli americani continuino a consumare pasti presso le catene di fast-food, anche senza un vantaggio economico assoluto. Perché?
Secondo Bittam la risposta ha radici profonde nella cultura americana.
Non tutti hanno il tempo e la voglia di cucinare anche un solo pasto giornaliero e c’è addirittura chi lo considera un’attività da poveri.
Inoltre bisogna tener conto anche dei “food desert”: aree geografiche dove l’accessibilità al cibo è molto difficile. Due milioni di americani dal basso reddito vivono in zone rurali e il supermercato più vicino dista 10 miglia (circa 15 Km).
La situazione, di certo, non migliora nelle zone urbane: ben 5 milioni di americani non hanno l’automobile e il supermercato più vicino dista mezzo miglio. Di contro, per ogni supermercato in America esistono cinque fast-food.
Per risolvere il problema si tratterebbe di affrontare una vera e propria rivoluzione culturale. Cucinarsi un pasto, da soli o in compagnia, deve ritornare “di moda”. Ma sarà sufficiente?
lettura integrale QUI