un articolo di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto Alimentare che cade a fagiolo,come si suol dire; sabato scorso eravamo all’Esselunga e dovevamo acquistare un succo d’arancia, sul banco fresco. In questo caso nessun dubbio sul fatto che fosse succo al 100%, tuttavia la provenienza mi dava da pensare.
Sulla confezione a marchio Esselunga non c’erano indicazioni precise, ragion per cui come dice La Pira, mi è venuto subito il dubbio che fosse succo importato dal Brasile cosa questa che non mi garba.
Le arance le abbiamo anche in Italia e non vedo perchè privilegiare un prodotto che arriva dall’altra parte dell’oceano,con relativo impatto ambientale, senza contare il fatto che se, nonostante la distanza percorsa, costa meno del succo italiano, forse è perchè la qualità non è eccelsa.
Per completezza vi dirò che abbiamo preso il succo Esselunga Bio dove si citano espressamente le arance della Sicila. Costa un pò di più, certo, ma per 1 solo litro pagare qualche decina di cent in più, non è un problema.
E’ anche vero,come scriveva tempo fa Luca Foltran, che i produttori brasiliani e statunitensi coltivano le arance per la lavorazione industriale, mentre in Europa solo quelle con difetti estetici finisce nei succhi, tuttavia preferisco privilegiare il prodotto interno.
In seconda battuta, c’è un altro aspetto che mi interessa molto ovvero ricordo un articolo letto nel febbraio 2012 dove si spiegava che il succo d’arancia brasiliano ha troppi fungicidi e non può entrare negli Usa … ma in Europa si.
Ed infatti, Agnese Codignola concludeva l’articolo con una frase che condivido in toto: ” …se una sostanza è nociva per i cittadini americani (in questo caso i test negli animali evidenziano un pericolo per il feto e forse un effetto cancerogeno), lo è anche per gli europei.…”
Infine, visto che si citano i succhi Skipper, ma il discorso vale per tutti, ho toccato con mano il fatto che le fotografie sulle confezioni, e le diciture stesse, pur se in regola con le normative, non sono certo realizzate per informare il consumatore, ma solo per farlo acquistare.
D’altro canto, vatti a fidare delle etichette 😉 Vedi quella del Succo di Arancia & Mango VitaVerde così come quella di Valfrutta, Pura frutta frullata, Fragola e Mirtillo …
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e dopo questa breve premessa, 😀 ecco l’articolo di La Pira:
Dopo 20 minuti di spesa e un carrello pieno all’inverosimile, finalmente arrivo nel corridoio delle bevande per acquistare una decina di confezioni piccole di succo d’arancia 100% da bere in redazione nei momenti di relax. Non ci sono! Allora decido di comprare le confezioni da litro e qui comincia la guerra delle etichette perché è davvero complicato individuare il prodotto giusto.
Zuegg propone due confezioni di Skipper, praticamente identiche, con la stessa immagine di un’arancia tagliata a metà. La prima reca in basso in modo ben visibile la scritta “arancia”, la seconda “arancia rossa”.
Osservando meglio si scopre che sulla prima c’è scritto “succo 100% senza zuccheri aggiunti” mentre sulla seconda non compaiono diciture particolari, perchè si tratta di una bevanda con il 25% di succo di arancia allungato con oltre il 70% acqua e ritoccato con zucchero e alcuni additivi.
Sullo scaffale a fianco ci sono tre proposte: Santal Arancia rossa, Santal Ace e Santal 100% arancia bionda. Anche in questo caso il problema è lo stesso, le fotografie sono molto simili confondono le idee anche se va detto che la scritta 100% arancia bionda è più visibile.
Anche Coop propone lo stesso meccanismo: le fotografie sulle confezioni di Arancia 100% e Arancia rossa sono troppo simili. In questo caso però la dicitura 100% è sicuramente ben indicata sull’etichetta e le possibilità di errore sono minori.
L’assurdo della storia è che i prezzi dei tre succhi Skipper sono pressoché identici tra di loro, e anche il listino dei due succhi Santal e dei succhi Coop sono uguali tra di loro.
Insomma nessuna differenza significativa di listino, ma grande differenza di prodotto.
Quando sull’etichetta compare la scritta 100%, vuol dire che il prodotto è ottenuto da succo di arancia concentrato (in genere importato dal Brasile), che viene diluito con acqua fino ad arrivare alla medesima composizione della spremuta vera.
Per le altre confezioni il discorso è molto diverso, si tratta di bevande con il 25-30% di succo diluito con il 65-70% di acqua, zucchero e in qualche caso anche addensanti e coloranti. Nell’elenco degli ingredienti infatti il primo nome è acqua.
Io quando compro non ho dubbi, ma mi rendo conto che fare confusione è molto facile.