Chi mi legge abitualmente sa bene che scrivo spesso di Etica nel campo del lavoro. Ma il concetto è ovviamente applicabile ad ogni aspetto della vita quotidiana ed infatti l’altro giorno ho letto un articolo di Michele Serra del quale riassumo in sintesi un passaggio:
” … Il mercato coperto di Piazza Wagner, a Milano. L’altro giorno ci sono passato quasi per caso. A un tratto qualcuno che corre. Un fremito di agitazione tra le botteghe e i banconi. Negozianti e clienti che si danno la voce: “Occhio, stanno facendo le multe.” In parecchi corrono fuori per spostare la macchina o il furgone: sono decine i veicoli lasciati in divieto di sosta.
Il breve, concitato contrappunto dei commenti è un capolavoro di italianità. Si va dal classico “vaffanculo”, secco e irato, alla rimostranza più elaborata (“ma non hanno di meglio da fare?”), dal malumore politico indistinto (“se la smettessero di rubare, invece che fare le multe a noi che lavoriamo”), alla polemica più specifica (“quel pirla di Pisapia”).
Nel breve svolgersi della controffensiva si dispiega ogni possibile umore dell’italiano di fronte alla legge: si va dal malanimo torvo all’allegra renitenza, dalla ribellione allo sfottò.
Manca del tutto, nella pur ampia gamma delle reazioni, la sola che parrebbe congrua: la cognizione, cioè, che se un veicolo viene multato per divieto di sosta, in genere questo accade perchè il veicolo è in divieto di sosta. Esiste, cioè, un rapporto di causa ed effetto tra un’infrazione ed una punizione. “
Puoi trovare l’articolo completo nei file caricati nel Gruppo Facebook: Paoblog & i suoi Bloggers
E visto che si parla di Piazza Wagner vi segnalo questo post nel quale racconto un episodio che conferma quanto scritto da Serra; ecco infatti che mentre un vigile stava scrivendo una multa e sgridava il conducente, scattava il solito lamento del mi sono appena fermato, ecc…
E quando il vigile gli faceva notare che era gravissimo bloccare lo scivolo per i disabili al che il conducente, stizzito, diceva: mi sono scusato, che devo fare ancora …
Paga la multa che hai torto, direi io.
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e fa il paio con le strisce disegnate sino al limite dell’incrocio, pur di incassare 80 cent/ora (dalle 8 alle 13) e poi chi se ne frega se blocchi la viabilità…
vedi: https://paoblog.net/2012/06/06/strisce-blu-8/
manda la foto per mail, magari con dettagli, che facciamo un post dedicato oppure inserisci tutto sul Gruppo FB e poi lo recupero io e lo duplico sul Blog
– grave bloccare lo scivolo-disabili con l’auto parcheggiata;
– che dire però quando è l’amministrazione comunale, affamata di soldi, a disegnare le “strisce blu” dei parcheggi a pagamento proprio davanti allo scivolo-disabili?
– un’idea sarebbe “multare” il funzionario responsabile, un mese senza stipendio -:)
– cercherò di “postare” la foto…
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Senza dimenticare il “rosso fresco”. 😉
” Divertente (si fa per dire) leggere un passo del libro Sud. Un viaggio civile e sentimentale di Marcello Veneziani, dove l’autore racconta di quando, in una città del sud, fermatosi ad un semaforo rosso, è stato strombazzato dall’automobilista dietro di lui che gli ha urlato “e vai, che è rosso fresco!!”
Rosso fresco? E se dall’altra parte passa uno con il verde maturo, che si fa?
L’ Italietta purtroppo, non si smentisce mai.
Qualche giorno fa ho ascoltato qualcuno elencare – fra il serio ed il faceto – i 5 colori del semaforo che second lui permettono di avviarsi ad un incrocio: verde, giallo, giallo lampeggiante, quasi verde e rosso da poco.
In particolare, mi trovavo in aeroporto e non mi ha sorpreso ascoltare le reazioni dei viaggiatori che si presentravano con un bagaglio sovrappeso e (come gli automobilisti intolleranti nei confronti della multa per divieto di sosta) protestavano per la fiscalità degli addetti al checkin, nei confronti di “qualche” chilo in più. Nihil novi sub sole.