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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

I misteri della pasta cotta due volte…

 

Io resto dell’idea che se l’Azienda, tanto più in campo alimentare, dialoga con il consumatore, è un vantaggio per entrambi…

lente alimenti

Oggi gli spaghetti vengono “cotti” due volte: prima a 90-115°C nel pastificio durante la fase di essiccamento e poi a 100°C nella pentola di casa.

Il trattamento ad altissime temperature cambia il valore nutrizionale e suscita qualche perplessità tra i nutrizionisti.

I sistemi di essiccazione permettono di raggiungere temperature molto elevate e di ridurre i tempi di lavorazione risparmiando notevolmente sui costi.

Nessuno vuole parlare di questi trattamenti che però sono diffusi in tutto il mondo e anche in Italia.

Non parlano i marchi leader (Barilla, Rummo, De Cecco, La Molisiana…) e anche le catene di supermercati (Coop, Conad, Esselunga, Lidl…).

Rifiutano il confronto le tre aziende che vendono in Italia gli impianti (Pavan, Fava e Buhler) e tace anche l’associazione di categoria Aidepi.

Abbiamo inviato 19 richieste per avere informazioni con risultati disastrosi.

Solo Agnesi e Divella hanno risposto (vedi nota in fondo all’articolo), dicendo che non usano altissime temperature e indicando quali sono i loro schemi di lavorazione.

Difficile capire perché tanti segreti su un aspetto che riguarda il piatto nazionale degli italiani, abituati a mangiarne quasi 30 kg l’anno a persona.

Tutto ciò risulta ancora più strano dato che siamo considerati tra i principali produttori mondiali….

continua la lettura qui: I misteri della pasta cotta due volte essiccata ad altissime

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