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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Se eviti l’anglicismo, seppur corretto, magari ti capiscono tutti…

Mi collego al sito della mia banca ed appare un’immagine corredata di uno slogan: #dontbeaMule

moneymulebanner

Leggo poi che Il money mule è una persona che trasferisce denaro ottenuto illegalmente con diversi strumenti di pagamento, molto spesso attraversando diverse nazioni. Il suo guadagno consiste nel trattenere delle commissioni.

Tecnicamente il termine mule è corretto e capisco bene che la campagna in corso sia europea e che si utilizzi lo stesso slogan per tutti, tuttavia quanti italiani capiranno al volo #dontbeaMule?

Perchè poco da fare, al di là della conoscenza o meno dell’inglese, spesso manca anche la conoscenza di parole di uso comune quando si parla di sicurezza e/o di informatica.

Ricordiamoci che c’è gente che usa il PC da 20 anni e non ha ancora capito che non bisogna inviare messaggi di posta elettronica (email) a più destinatari, con gli indirizzi in chiaro ed infatti poi fanno danni.

Resto dell’idea che sarebbe più utile modificare gli slogan adattandoli alle persone che li leggereranno, in quanto l’utilità del messaggio è strettamente collegata alla sua immediata comprensione.

Ancor meglio, sarebbe utilizzare entrambe le forme, tanto lo spazio sulle immagini c’è.

Al di là del tecnicismo in questione, spesso i termini hanno significati diversi a seconda della nazione come spiega ad esempio Licia Corbolante in merito alla green card tradotta letteralmente in carta verde, se non fosse che quello che negli Usa è un permesso di soggiorno permanente, in Italia è un certificato assicurativo.

In questo caso, quindi, Green card è un anglicismo utile, in quanto identifica in maniera univoca il documento.

Per quanto riguarda il messaggio in oggetto, andrebbe bene abbinare un #nonfareilpollo?

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