Di Consorzi di tutela (del prodotto) in genere ho scritto spesso, da semplice consumatore qual sono e la conclusione resta la stessa di sempre.
Se mi imbrogli vendendomi un prodotto per un altro, e tanti saluti alla maggiore qualità che per me è un valore aggiunto, io mi regolo di conseguenza e smetto di acquistare quel prodotto.
Va da sè che di fatto anche i produttori onesti pagano per la scarsa vigilanza dei Consorzi e per l’approccio truffaldino di un tot di produttori.
Di fatto, chi lavora con onestà e professionalità è Cornuto & Mazziato, subendo dapprima la concorrenza sleale e poi pagandone in prima persona le conseguenze.
Resta il fatto che i Consorzi e gli Enti di certificazione esistono proprio per tutelare il prodotto, i produttori ed i consumatori.
Se non lo fanno, per incapacità o peggio, che ci stanno a fare?
Leggo su Il Fatto Alimentare che:
Ogni settimana 80.000 cosce di maiale inadatte a diventare prosciutti crudi di Parma e di San Daniele Dop entrano in modo truffaldino nel circuito e vengono poi vendute a prezzi stratosferici nelle salumerie e nei migliori supermercati.
Nessuno però lo dice.
Non dicono nulla i direttori dei Consorzi coinvolti fino al collo in questa vicenda.
Anche l’associazione di allevatori Unapros e i macellatori e i prosciuttifici di Assica non rilasciano dichiarazioni, pur essendo molti dei loro associati protagonisti delle frodi.
Anche le rappresentanze di Coldiretti e Confagricoltura preferiscono non commentare.