W l’italietta dei furbetti che affossa il paese in cui gli onesti devono camminare sempre in salita.
Leggo sul sito di un cliente: “Un team motivato che crede nella centralità del cliente e nell’importanza di lavorare con dedizione e passione.”
Peccato che non credano anche all’importanza dei fornitori visti i due insoluti che ho trovato ieri mattina.
Tra l’altro, due fatture impagate per poco meno di 600 € in totale sembrano poca cosa, il che alza ulteriormente la gravità del problema, perchè se si tratta di una scorrettezza, potrebbe essere oneroso recuperare la somma e se invece un cliente di questo calibro non avesse effettivamente la possibilità di pagare, si cadrebbe nella trappola del fallimento di cui ho parlato qui: Una ditta lascia un buco milionario, ma lo Stato casca in piedi. Io invece no…
Facile presentarsi dicendo sul sito che la ditta XY è “il risultato della collaborazione di due gruppi internazionali, leaders mondiali nel settore…”
D’altro canto ben ricordo che uno dei due gruppi internazionali era un nostro cliente anni fa, sino a che avevano imposto pagamenti a 120 gg. f.m. r.d. con ritiro ai primi del mese, in modo da aumentare ulteriormente il pagamento che arrivava così a 150 giorni teorici che, si sa, la rimessa diretta è un terno al lotto, se il cliente non è più che corretto.
Come già detto ad un altro cliente che ragionava a senso unico: Listino bloccato per 12 mesi, sconto 10%, varie ed eventuali. E poi? Ti lavo anche la macchina?
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Aggiornamento dell’ultim’ora. 😉
Forse sarà servito il sollecito inviato con la Pec ed il fatto di aver citato da subito il Dlgs 231/2002, a testimonianza del fatto che non ero intenzionato a chinarmi ai loro capricci contabili, comunque sia oggi ho trovato il bonifico, naturalmente senza spese di insoluto, pari ad € 6,70; poca cosa, ma denotano l’assenza di correttezza commerciale dato che queste spese sono state causate da una loro mancanza che però devo pagare io.
Non dimentichiamo, poi, la totale assenza di comunicazioni prima di non pagare le Riba e meno che mai due righe di scuse e/o spiegazioni dopo.
So bene che oggigiorno l’importante è portare a casa il dovuto, senza troppi patemi e passiamo oltre alla forma, tuttavia in occasione di un disguido bancario occorso ad un cliente, ho toccato con mano la corretteza altrui, a dimostrazione del fatto che è possibile lavorare con il giusto rispetto dell’altro.
Perchè non farlo?
Questa volta è andata bene, certo, ma ricordiamoci che con la mancata tutela delle aziende alle prese con i mancati pagamenti, per recuperare 600 € ci sarebbero voluti perlomeno due o tre anni, spendendo più in bolli ed avvocato, anche se poi in genere si recuperano spese ed interessi, come è stato dimostrato nei fatti.
Ed a questo proposito ci sarebbe da ragionare su quelle aziende che per non pagare alla scadenza 1291,05 € ne hanno pagati poi 2847,85 €, inclusi interessi e spese legali. Furbi eh?
A proposito di Etica (presunta) e pagamenti (in ritardo) fatti una cultura con questi post:
Chi la dura, la vince, ma resta un senso di ingiustizia…
Pagamenti in ritardo. Ma quando la misura è colma…
Recepita ed approvata la Direttiva UE sui pagamenti. Ed io mi sento “preso per il C…”
I mancati pagamenti sono un grosso problema, ma nessuno ci tutela
A parole siamo bravi tutti…quando l’Etica è una parola senza senso
(ri)parliamo di termini di pagamento…
Hai detto bene siamo in una italietta