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Expo2015: Se agli esercenti devi insegnare ad essere al servizio del cliente…

pensieri parolePremetto che non seguo la filosofia del “Pago e Pretendo” e quindi così come il cliente non ha sempre ragione è altresì vero che nel momento in cui apri un negozio, un ristorante oppure un albergo, devi essere in grado di fornire un servizio di qualità, al giusto prezzo e non guasterebbe una certa cordialità.

Leggo in un articolo sul Corriere che è partito il Progetto Amici di Expo, destinato agli esercenti milanesi, ma che la strada da fare è ancora in salita…

Mancano meno di due settimane all’inaugurazione di una manifestazione programmata da anni ed ancora non sono pronti?

Dovremmo avere una meccanismo di accoglienza perfettamente oliato e pronto ad entrare in azione e non leggere che

Le richieste di informazioni dei turisti restano inevase e i prezzi, soprattutto al tavolo, spiazzano i clienti. Fino a 21 euro il costo di un’insalatona.

La consumazione al tavolo arriva a triplicare rispetto al banco. Il menù a prezzo calmierato per i bambini è fantascienza. E il bicchier d’acqua «del sindaco», cioè gratis, non è quasi mai offerto.

Non sbaglia neanche l’amica Madamin che dirige un locale milanese, quando mi scrive:

A me fa ridere che la Confcommercio abbia chiesto agli esercenti di aderire ad un “protocollo di accoglienza” (essere cordiali e al servizio del cliente, esporre i prezzi, parlare inglese).

Ma non dovrebbe essere sempre così?

D’altro canto, come può essere pronta la città se non è ancora pronto neanche il padiglione Italia, a testimonianza del fatto che aveva ragione Gigi nel suo commento al post Expo 2015: bella figura se il “nostro” Padiglione non sarà pronto in tempo…:

Non potevamo smentirci, altrimenti non si chiamerebbe PADIGLIONE ITALIA. Rispecchia esattamente come funziona la nostra Repubblica delle Banane.

Puoi avere dei dubbi circa il numero di visitatori che arriveranno, ma che siano 10 milioni piuttosto che 15, è certo che avranno bisogno di bagni pubblici prima o poi.

E quindi tra le tante pecche delle quali leggiamo ogni giorno, è disarmante leggere Arriva l’Expo, ma i bagni pubblici, dove sono?

Come raccontava in questa lettera il proprietario di un ristorante milanese:

Expo è vista come una grande opportunità ma, in questo modo, ritengo che sia abbondantemente sprecata; sono mesi che monitoro il mercato attraverso il dialogo con tanti miei colleghi e non ci sono grandi prospettive di lavoro legato a cene o eventi per Expo e tanti stanno rivedendo la politica di chiusura per ferie ( me compreso).

Sicuramente gli investimenti sono stati e sono ingenti per cui occorre far quadrare i conti: si, ma di chi?

Sostanzialmente, i sacrifici sono sempre gli stessi e sempre dalla stessa parte, ma con l’aggiunta dell’incombente pericolo (fondato) della cannibalizzazione.

Resta il fatto che Expo2015 probabilmente sarà un evento che richiamerà milioni di persone a Milano e dintorni, potevamo quindi negarci, anche i soliti furbi che pompano i prezzi negli alberghi?

E che alberghi, poi… leggevo sul numero di Aprile di Altroconsumo un’inchiesta sugli alberghi milanesi che riassumo con una manciata di dati:

Solo 6 strutture su 10 offrono un servizio all’altezza delle stelle. 

A questo proposito c’è da dire che è sempre così ovvero non c’è mai una logica apparente dietro alle stelle che ha una struttura rispetto ad un’altra; vedi ad esempio quanto ho raccontato nel post Al Grand Hotel Riva, chi gli ha dato le 4 stelle?

Proseguo con quanto letto su Altroconsumo e che fa riferimento all’indagine svolta in 183 strutture:

Ostelli: nessun ostello rispetta tutti gli standard qualitativi richiesti per legge.

Alberghi a 3 stelle: Circa la metà delle strutture rispetta tutti o quasi i criteri, ma 3 su 4 non dispongono di un bagno nelle parti comuni distinto per sesso (previsto per legge nelle strutture nuove o ristrutturate).

Alberghi a 4 stelle: Molti alberghi rispettano la quasi totalità dai parametri, ma nell’83% dei casi manca l’accappatoio, nel 16% non c’è il tappetino del bagno, nel 18% non ci sono i sacchetti igienici nel bagno in camera e nel 17% il bagno in aree comuni non è distinto per sessi.

Alberghi a 5 stelle: Servizi rispettati dalla grande maggioranza degli alberghi, tuttavia nel 25% manca l’accappatoio, nel 33% non ci sono i sacchetti igienici nel bagno in camera, nel 17% l bagno in aree comuni non è distinto per sessi.

In aggiunta ai parametri di legge, sono stati presi in considerazione altri aspetti; nel 91% dei casi non ci sono indicazioni circa le modalità della raccolta differenziata, utile soprattutto per i turisti.

Nel 50% dei casi non c’è attenzione al risparmio energetico, ad esempio un interruttore automatico che spenga la luce quando si esce dalla stanza.

Problemi anche per i disabili, per l’accesso principale ed alle sale comuni, e negli ascensori solo 4 volte su 10 ci sono indicazioni in braille sugli ascensori.

Esco dall’argomento principale.

Alcuni giorni fa ho sentito in radio il conduttore che raccontava quello che gli aveva detto un tassista milanese ovvero che i turisti restano stupiti dal parcheggio selvaggio delle auto, le fotografano con lo smartphone e le condividono su Facebook, rendendo la figuraccia mondiale con un paio di click.

Il giorno dopo aver sentito questo racconto, ero fermo ad un semaforo nei pressi di Corso Sempione ed ecco il solito Suv (sempre quello) parcheggiato sull’angolo dell’incrocio, il solito camion delle Poste messo in modo tale da impedire la svolta delle auto e che, di conseguenza blocca l’incrocio ovvero la viabilità.

Poi vedo alcuni turisti, chiaramente stranieri, in attesa che scatti il verde che devono scansarsi (loro) per permettere ad un’auto di salire sul marciapiede, percorrerlo per alcuni metri e quindi parcheggiare.

Lo sguardo di stupore e le occhiate, dicevano tutto.

Ah, come li capisco, io che devo convivere quotidianamente con questi parcheggi…

Per risollevarmi il morale, senza che questo possa rientrare nel “mal comune mezzo gaudio” ecco che il giorno dopo, sempre in Corso Sempione ho visto il carro rimozione che stava agganciando una Maserati con targa tedesca in sosta vietata.

Forse i vigili, vista il tipo di auto (prezzo da € 98.000 a 151.000), avranno pensato che stavolta il conducente straniero avrebbe pagato la multa per riavere la vettura. Se intervenissero con la stessa sollecitudine in altri casi, sarebbe gradito.

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Torniamo all’Expo.

Sapevo benissimo, come già scritto tempo fa, che saremmo andati incontro a problemi organizzativi e gestionali, a corruzione e lavori in ritardo, ad appalti al ribasso che poi lievitano nel tempo, ma avrei voluto essere ottimista almeno per quanto riguarda l’accoglienza dei turisti, ma a quanto leggo ancora una volta sono scivolato nell’Utopia.

Che tristezza, però…

 

 

Un commento su “Expo2015: Se agli esercenti devi insegnare ad essere al servizio del cliente…

  1. IlPrincipeBrutto
    20 aprile 2015
    Avatar di IlPrincipeBrutto

    >>Forse i vigili, vista il tipo di auto (prezzo da € 98.000 a 151.000), avranno pensato che stavolta il conducente straniero avrebbe pagato la multa per riavere la vettura.
    .
    Io penso invece che abbiano visto una preda facile. Lo straniero ha meno santi in paradiso, e rompe meno le scatole. Portare via il SUV con targa italiana vuol dire dover magari far fronte all’inferocito ras del quartiere che arriva di gran carriera e reclama il suo diritto a posteggiarsi cinque minuti per fare una commissione. E visto che dovrebbe rimuovere quel SUV ogni giorno, e quindi avere uno scontro verbale ogni giorno, il vigile preferisce ignorare la cosa, e buttarsi su qualcuno di meno belligerante.
    .
    sicuri si diventa, Ride Safe.

I commenti sono chiusi.