Questo post si aggancia a quello scritto nel 2010 (Leggi: La prevaricazione (e stupidità) delle grandi aziende…) e racconta le difficoltà di una piccola azienda alle prese con clienti che cercano di imporre il loro peso contrattuale, azzerando di fatto i tuoi diritti.
Dei problemi pluriennali causati da una crisi che sembra non finire mai ho parlato più volte, tuttavia anche se ho bisogno di ordini ovvero di fatturare, ho anche la necessità di guadagnare ovvero non posso permettermi di vendere accettando condizioni capestro pur di prendere un ordine.
Non è facile, pertanto, dire di No ad un cliente, ma talvolta è necessario; tutto nasce da una richiesta d’offerta da parte di un vecchio cliente, con il quale peraltro non avevamo rapporti dal 2004.
Quando uno si fa sentire dopo 11 anni, vien da chiedersi dove sia stato per tutti questi anni; è logico che se ha trovato un fornitore migliore, aveva tutto il diritto di rivolgersi ad altri, ma è anche vero che certi tornano perchè essendo magari cattivi pagatori, devono cercarsi nuovi fornitori.
Leggi: A volte ritornano, ma se non mi paghi, io non ti fornisco più
In ogni caso i tempi attuali suggeriscono sempre prudenza, che il cliente sia vecchio o nuovo; si contano sulle dita delle mani quelli sui quali puoi fare affidamento…
La richiesta era per un lavoro di circa 14.000 € e visti gli 11 anni di assenza ho chiesto un acconto che coprisse il costo dei materiali ed un saldo a 60 giorni fine mese r.b. che delle rimesse dirette non ti puoi certo fidare.
Leggi: Mio malgrado, ritorno sulla questione pagamenti…
Non che la Riba sia una garanzia, ma perlomeno fissa una scadenza precisa alla quale o paghi o fai un insoluto.
Leggi: L’italietta dei furbetti che, alla fine, affossa il paese
Alcune settimane fa ho inviato l’offerta ed oggi ho ricevuto il solito Pdf di documentazione in inglese (il cliente ha sede a Milano 😉 ) e leggendo ho avuto modo di notare due cose:
1) Il pagamento indicato è a 90 giorni fine mese rimessa diretta e quindi più lungo di quanto offerto, senza acconto ed a rimessa diretta
2) Le condizioni contrattuali come prima cosa ti dicono che annullano e sostituiscono le condizioni del fornitore e, nel contempo, non costituiscono un impegno per il Cliente, ma solo per il fornitore.
Secondo me sono condizioni unilaterali dove il Cliente ha sempre ragione, il che mi sembra iniquo e vessatorio.
Va da sè che chiedo chiarimenti sul pagamento e mi dicono che il pagamento sarà negoziabile in sede d’ordine, ma ho abbastanza esperienza per sapere che quando si arriva al momento di definire, la formula abituale recita che: la nostra Direzione non accetta di pagare acconti e/o non paghiamo a meno di 90 giorni e/o non accettiamo le Riba.
Ho quindi fatto notare che se già sanno di non accettare il pagamento che ho offerto, e che non è trattabile, in quanto come da politica aziendale siamo abituati ad offrire da subito il miglior prezzo e le nostre migliori condizioni di fornitura, tanto vale dirlo subito e che ognuno si regoli di conseguenza.
Successivamente mi scrivono che se le condizioni non sono trattabili, di fatto applico una “preclusione alla negoziazione” ed allora faccio notare che quando uno scrive che le sue condizioni annullano le mie e che, in pratica, lui ha sempre ragione ed io sempre torto, mi pare che la preclusione arrivi da parte loro.
Un piccolo esempio di condizioni inique.
Leggo che in caso di ritardo nella consegna, dopo una settimana scatta una penale dell’1% dell’importo, applicabile per un periodo di 10 settimane.
Nel caso però sia il cliente a non ritirare il materiale, lasciandolo in giacenza, il fornitore non può chiedere nessun risarcimento per un periodo di 3 mesi, trascorso il quale potrà applicare una penale (da definire) per lo spazio occupato dal materiale, quindi in €/mq e non in percentuale sull’intero importo.
Non accetto di lavorare su queste basi ed a questo punto scattano reciproche forme di commiato e sarà per un’altra volta (dubito).
In chiusura il cliente fa notare che a loro “normalmente non ci capita mai di avere tale tipo di approccio.”
Ovviamente potrei rispondergli dicendogli che la cosa è reciproca, in quanto con la quasi totalità dei nostri 517 clienti si lavora con maggior rispetto reciproco, anche se poi quelli veramente corretti fino in fondo ovvero quelli di cui puoi prendere in carico un ordine senza neanche leggerlo, saranno una ventina se non meno.
E’ altresì vero che in genere quando una grossa azienda parla si aspetta che i piccoli abbassino la testa e dicano sempre Sissignore.
Leggi: Listino bloccato per 12 mesi, sconto 10%, varie ed eventuali. E poi? Ti lavo anche la macchina? + Non accetto aumenti di prezzo. Ragazzi, che stress lavorare su queste basi…
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