Dice bene Il Fatto Alimentare nel suo articolo odierno quando scrive che:
L’aspetto curioso è che le notizie diffuse dai media su questa vicenda sono state pochissime e sono apparse quasi tutte sulla stampa locale.
La stessa Coldiretti, abituata a diffondere almeno tre comunicati al giorno per segnalare anche le difficili condizioni meteo, si è dimenticata di questa storia.
Eppure la produzione di prosciutto di Parma e San Daniele, dopo le indagini avviate un anno fa, sta attraversando una crisi pesante.
Perchè effettivamente di questa storia sui TG nazionali non ho sentito nulla… fortuna che mi informo per conto mio.
Un assaggio dell’articolo di Roberto La Pira del quale consiglio la lettura integrale
I numeri dello scandalo del prosciutto crudo di Parma e di San Daniele sono da paura: 300.000 prosciutti sequestrati e 140 allevamenti di maiali posti sotto inchiesta della Procura di Torino.
C’è di più, i due istituti di certificazione che devono controllare il rispetto dei disciplinari (Istituto Parma Qualità e Ifcq Certificazioni) sono stati commissariati per sei mesi dal Ministero delle politiche agricole per gravi irregolarità.
Anche la posizione dei Consorzi è complicata. Nessuno si è accorto che almeno 140 allevatori per incrementare i profitti, hanno venduto per anni centinaia di migliaia di cosce di maiale non adatte al tipo di stagionatura prevista