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Patate fritte? Il pericolo è maggiore è in quelle cotte a casa

in sintesi un articolo che leggo su Altroconsumo

Patate fritte o al forno: gustose e sfiziose ma attenzione, c’è una sostanza nociva che si forma in questo alimento se cotto a temperature troppo elevate, l’acrilammide, potenzialmente cancerogena.

E non sono le chips in busta o quelle dei fast food a dover preoccupare di più. Leggi la nostra inchiesta per i risultati completi sui campioni analizzati: 16 chips in busta, 37 porzioni acquistate in fast food, pub e altri locali di Milano, Roma e Napoli e altri campioni preparati da alcuni consumatori in casa.

In alcuni dei campioni di patatine in busta l’acrilammide è risultata totalmente assente, mentre in quattro superava abbondantemente la soglia limite – 1.000 microgrammi per chilo – proposta dall’Ue (che, comunque, non ha ancora adottato una legge definitiva a causa della mancanza di dati certi su questa sostanza).

Buoni i risultati per le patatine fatte in fast food, pizzerie, mercati rionali o gastronomie: nella maggior parte dei casi – con tre eccezioni su 37 locali o punti vendita visitati – il tenore di acrilammide è risultato contenuto.

Quello che sorprende è che è stato proprio nella cottura casalinga che i valori rilevati sono stati in alcuni casi più alti rispetto al limite: ad esempio, nel caso di Napoli, sono stati registrati 1.200 microgrammi in patatine da prodotto surgelato e 1.800 nel caso di prodotto ottenuto da patate fresche.

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