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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

“Rallentare quando possiamo, correre quando dobbiamo”. Appunto…

pensieri paroleUna riflessione condivisa…

Rallentare quando possiamo, correre quando dobbiamo.

La frase di Bruno Contigiani si adattava alla mia filosofia di vita, ancor prima di conoscere “Vivere con lentezza”.

E si tratta di una frase che mi viene alla mente più volte al giorno, quando rientrando a casa incontro sempre nello stesso punto (succede spesso fra pendolari, è una variante della magia degli incontri casuali) una donna sui 35 anni che è sempre di corsa, cammina sempre con passo svelto, ed è sempre al telefono, parlando in maniera concitata e gesticolando con frenesia.

Ma questa riflessione è nata, giorno dopo giorno, quando davanti all’auto si ferma un autobus e resto in paziente attesa della ripartenza.

Molti automobilisti, in barba alla sicurezza (loro e degli eventuali pedoni) sorpassano con manovre brusche ed ogni tanto rischiano il frontale con quello che sopraggiunge o, peggio, fanno un pelo al pedone.

Mettiamoci, ogni tanto, nei panni dell’altro

Tempo fa ho scritto il post: “Quando c’è un trattore davanti a te, porta pazienza, perchè…” … perchè come spiegava il Pupo Giardiniere (coautore del post): ” Il trattore che uso io va a 38 kmh di max velocità e quindi il primo a stufarsi sono proprio io…”

Ogni volta mi chiedo cosa ci sia da correre tanto. Capiamoci, chi più chi meno, tutti abbiamo impegni lavorativi e familiari, ritardi ed intoppi.

C’è chi come me riesce ad ottimizzare al meglio il tempo, altri meno, ma l’importante è non cadere nella trappola del cosiddetto “multitasking” che non solo non ci fa risparmiare tempo, ma è pure deleterio, come spiega la ricerca condotta dal  sociologo-matematico Clifford Nass.

A seguito di vari esperimenti su 100 studenti, tra multi-attivi e più tranquill è emerso che il cervello dell’individuo multitasking lavora male.

Chi è continuamente bombardato da flussi di informazione e cerca di fare tante cose insieme è disattento/a, non riesce a concentrarsi né a utilizzare bene la memoria. E non riesce a distinguere gli elementi rilevanti da quelli rilevanti.

Con risultati peggiori di quelli dei posapiano che fanno una cosa alla volta. Il multitasking “è come giocare a tennis con tre palle” dice lo psichiatra Edward M. Hallowell. Il concetto è chiaro.

Da bravo grafomane, però, sto divagando. 😉

Come dicevo abbiamo tutti impegni da assolvere e ritardi da gestire, ma un sorpasso pericoloso (per te o per gli altri) cosa ti fa guadagnare?

30 secondi? Un minuto?

E senza pensare ad opzioni più drammatiche, una semplice botta con un’altra auto, quanto ti farà perdere? 3 o 4 ore?

Ed allora, quando sei dietro ad un autobus oppure ad un camion che raccoglie i rifiuti, non ti spazientire.

Usa questa manciata di secondi, di minuti, per riorganizzare il flusso dei tuoi pensieri, pianificando passo dopo passo quello che devi fare, guarda le persone che passano, segui la canzone che passa alla radio.

Prenditi un pò di tempo, che tanto il mondo gira ugualmente…

6 commenti su ““Rallentare quando possiamo, correre quando dobbiamo”. Appunto…

  1. Poppea
    15 settembre 2014

    Sono d’accordo in parte, a volte si hanno i minuti contati, però è vero meglio attendere che rischiare un incidente.

    Quando non ho fretta io certo mi rilasso, quest’anno le cure termali che ho fatto non avevano un orario ma potevo farle dalle 8 alle 12,30 per cui partivo da Allumiere fino a stigliano (circa 25 km) godendomi la campagna a volte al mattino presto con ancora la nebbia a volte col sole più altro.

  2. Bosch
    12 settembre 2014

    Condivido pienamente!!!!

  3. Paoblog
    12 settembre 2014

    non è un controsenso…

    sarebbe come dire che non bisogna mai arrabbiarsi… capita che ci sia la necessità, ma questo non vuol dire che si debba essere sempre incazzati…

    e quindi può capitare che si debba “affrettare il passo” ma deve essere un episodio e non la consuetudine …

    la filosofia è giusta… e per poterla applicare è sufficiente non prendere più impegni di quelli che si possono gestire…

    circa quello che citi tu come esempio, c’è sempre qualcuno che si approffita del buonsenso e della disponibilità altrui… sarebbe sicuramente sufficiente dire “entro 5 minuti dopo” li recupero …

    però, e parlo per esperienza in una ditta con 3 dipendenti, c’è sempre quello che ti fa notare che il giorno prima ha lavorato 5 minuti (di orologio) in più, ma si “dimentica” di quando arriva in ritardo di 10 minuti…

    figuriamoci in un’azienda più grossa…

  4. Morbida Dolcezza
    12 settembre 2014

    A me sembra un controsenso… bisognerebbe prenderla con filosofia sempre se vogliamo vivere meglio.

    Ma questa è una cosa che dovrebbe riguardare tutti e farla diventare uno stile di vita per l’intera società.

    Ad esempio se arrivi in ritardo non ti tolgo nulla dallo stipendio ma ti permetto di recuperare a fine giornata e via dicendo.

    Vedi che così l’ansia non viene più a nessuno.

  5. Paoblog
    12 settembre 2014

    ed infatti: “correre quando dobbiamo”

  6. Morbida Dolcezza
    12 settembre 2014

    E’ tutto molto giusto e sicuramente ci si guadagnerebbe in salute.

    Ma ci sono dei casi in cui se ritardi anche di un solo minuto ad arrivare in ufficio, ti tolgono mezz’ora dallo stipendio…

I commenti sono chiusi.

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