Ho pubblicato diversi articoli sul Bisfenolo (vedi i link in calce) nei quali ho letto numerose dichiarazioni che non sembravano lasciare dubbi sulla pericolosità di questo composto chimico:
L’Agenzia americana che vigila sulla sicurezza di farmaci e alimenti (Food and Drug Administration, FDA) si schiera contro il bisfenolo A (BPA) nei biberon e nelle stoviglie per bambini.
Si moltiplicano le ricerche che inchiodano il BPA alle sue responsabilità.
Un’importante studio pubblicato su Jama aveva dimostrato che già dopo avere mangiato cinque porzioni di zuppa in scatola i livelli di Bpa nelle urine aumentano di dieci volte. E non è un caso tanto che, dopo anni di pressione da parte dei consumatori, dal 2011 in Europa l’uso della sostanza è vietato alle industrie che producono biberon e simili.
La valutazione deli esperti dell’Efsa ha individuato probabili effetti avversi sul fegato, sui reni e sulla ghiandola mammaria a dosi nettamente minori rispetto a studi precedentemente esaminati.
Si moltiplicano gli studi che pongono interrogativi sempre più inquietanti sul BPA. Uno di questi, condotto dai ricercatori della Harvard University e pubblicato su Human Reproduction, ha messo in luce i possibili effetti della sostanza sull’ovocita umano.
In un’altra ricerca pubblicata questa volta su Pediatrics, i ricercatori dell’Università del Michigan di Ann Arbor hanno verificato, su quasi 3.400 bambini, il possibile nesso tra BPA e obesità infantile.
Dopo tre anni di studio l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare, sanitaria ambientale e del lavoro, ha pubblicato un dossier sul bisfenolo; il rapporto conferma gli effetti negativi della sostanza e sottolinea il danno per le donne incinte in termini di rischi potenziali nei confronti del feto. L’esposizione materna al Bpa può determinare una modifica nella struttura della ghiandola mammaria del feto e tale cambiamento potrebbe a sua volta favorire lo sviluppo di tumori.
Secondo uno studio pubblicato su JAMA questa sostanza potrebbe essere all’origine anche di un aumento di rischio di sviluppare obesità.
Oggi leggo un articolo su Rinnovabili.it che rimette in discussione tutto quanto.
Sicuramente la ricerca scientifica va avanti e quindi potrebbero esserci stati nuovi sviluppi, tuttavia si passa da un’estremo all’altro.
Notare che il sospetto di tossicità che risale al 1930 (!) come scriveva Luca Foltran su Il Fatto Alimentare:
“La situazione è un po’ confusa e curiosa se si pensa che i primi sospetti sulla tossicità del Bisfenolo A, risalgono al 1930 e la discussione è ancora aperta.”
Nell’articolo di Rinnovabili leggo due passaggi che mi sembrano in contrasto fra loro:
Dopo un divieto di 4 anni, l’Europa riabbraccia gli interferenti endocrini. È il caso del bisfenolo (BPA), la cui tossicità è stata appena rivalutata dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Il bisfenolo, secondo l’organismo di valutazione comunitario, non pone alcun rischio per la salute dei consumatori di ogni fascia di età ai livelli di esposizione attuali.
Gli effetti sui sistemi riproduttivo, nervoso, immunitario, metabolico e cardiovascolare, nonché nello sviluppo di cancro non sono stati valutati, e perciò non possono essere esclusi.
Sarò malfidente, ma è fin troppo facile pensare a pressioni dell’industria chimica ed infatti alla fine dell’articolo si legge che:
L’agenzia ha rivalutato l’interferente endocrino, facendo la gioia di PlasticsEurope, subito pronta a chiedere alla Francia di togliere il divieto in vigore dal 2010 (e ribadito con ulteriori restrizioni il 1 gennaio scorso).
E quindi, dopo aver letto delle trattative segrete fra UE ed USA sul Ttip, mi vien da pensare che la UE non mi dia troppe garanzie sulla sicurezza alimentare. Vedi: Il negoziato Usa-Ue e la sicurezza alimentare non vanno a braccetto…
Aggiornamento – Scrive Roberto La Pira nell’articolo pubblicato da Il Fatto Alimentare:
Ci sono Paesi come la Francia che da quest’anno hanno vietato l’impiego del bisfenolo A nel materiale a contatto con gli alimenti in virtù del principio di precauzione. La situazione è quindi in evoluzione anche se la riduzione di 10 volte la DGT (da 50 a 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno) lascia intendere che il BPA è una sostanza pericolosa che in prospettiva dovrà essere essere sostituita con altre non così critiche.
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Non se ne può più, il problema che ci sono cose che non ti puoi fare da solo, per fare il cioccolato devi cmq comperare il cacao
non è possibile, pure elementi cancerogeni nel cioccolato che mangiano soprattutto i bambini, ormai non si può mangiare più nulla
e che cazzo!!
l’avevano vietato, ma vedi bene che ora sarebbero orientati ad usarlo ancora, pur con limiti massimi molto inferiori… ma se poi uno non rispetta i limiti, tu che fai?
sulla distanza magari crepi e via andare 😉
ieri ad esempio leggevo su Altroconsumo che nel Cioccolato Esselunga hanno trovato un livello di Ocatossina A* pari al doppio del livello massimo ammesso in Italia fino a 5 anni fa.
* microtossina classificata come “possibile cancerogeno”.
Scommetto che non lo tolgono da commercio