Il 27 gennaio è il giorno della memoria … è passato molto tempo, ma non è, non deve essere l’alibi per dimenticare o fingere di non ricordare quello che è successo.
(Gennaio 2016: Una piccola integrazione, destinata a chi pensa che vi siano genocidi di Serie A e B ovvero quelli che essendo contro Israele di fatto preferiscono stendere un velo su milioni di morti innocenti, infangandone di fatto la memoria.
Lo scorso anno, al 25 aprile ho sentito dei fischi alla Brigata ebraica che ha combattuto unitamente ad altri, di diverso credo politico o fede religiosa, contro il nazi-fascismo; fischiando loro, fischi anche i deportati, i sopravvissuti dei campi di sterminio.
Però se sei contro la politica aggressiva di Israele nei territori palestinesi e contro l’uccisione di civili, peraltro uccisi anche dai palestinesi negli attentati in Israele, perchè non manifestare anche nel ricordo di armeni o ruandesi od altre vittime della follia umana?
Mi è difficile capire come si possa essere contro “a prescindere” ad un intero popolo e poi salire sul piedistallo e parlare di intolleranza verso i gay o verso le persone di colore. Sembra quasi che anche il sangue di certe vittime sia di colore diverso.
Vero che il Giorno della Memoria è stato istituito per ricordare le vittime dell’Olocausto ed impedire di fatto che un velo di oblio si stendesse su questo massacro, tuttavia potremmo dimostrare per una volta di essere veramente degli Homo Sapiens ovvero persone in grado di pensare e di provare pietà per le vittime di qualsiasi genocidio, fossero anche ebrei, come in questo caso.
Resta il fatto che attraverso il Giorno della memoria, la mia di memoria ricorda anche gli armeni, vittime di un genocidio ancor oggi negato, le vittime delle Foibe come quelle di Srebrenica, delle milioni di vittime sconosciute ai più a seguito delle repressioni sovietiche in Ucraina nei primi anni ’30, al genocidio in Ruanda nel 1994.)
Esistono ancora persone, sempre troppe, che per convenienze politiche, ignoranza o semplice stupidità (o follia?), dubitano o addirittura negano il crimine contro l’umanità che è stato l’Olocausto.
A queste persone auguro il peggio che gli possa succedere, tanto sarebbe ancora poco rispetto a quello che è successo a Sergio de Simone ed ai suoi compagni.
Nel ricordo di Sergio e degli altri bambini, voglio ricordare i milioni di persone che sono morte nei campi. La lettura della sua storia non è né breve né facile dal punto di vista emotivo.
Però credo che sia possibile per ognuno trovare almeno mezz’ora di tempo nella nostra vita, perchè noi, al confronto di Sergio de Simone, stiamo vivendo …
L’aguzzino dei bambini aveva 10 figli, tutti sopravvissuti alla guerra; come fai ad avere 10 figli, a godere dei loro sorrisi, degli abbracci, della tenerezza che un bimbo può darti, e poi fare quello che hai fatto?
La storia di Sergio de Simone, la puoi leggere QUI.
In realtà la storia l’avevo pubblicata quasi interamente, senza pensare al copyright, in totale buona fede; ero stato colpito profondamente dalla storia di questo bambino ed ho pensato solo alla possibilità di renderla visibile ad un pubblico più vario e sicuramente meno motivato di chi visita volontariamente un sito sull’Olocausto.
In effetti mi hanno scritto persone con le lacrime agli occhi, mamme per dirmi che avrebbero letto la storia con i loro figli, un’insegnante che l’avrebbe letta e commentata in classe, alcuni bambini sui 12 anni colpiti da storie che non insegnano a scuola.
Ieri la redazione del sito mi ha intimato la rimozione della storia, causa violazione di copyright, pena azioni legali se non avessi provveduto. Seppur in buona fede, ho sbagliato ed ho provveduto alla rimozione.
Il mio errore è stato quello di farmi travolgere dalle emozioni nate dalla lettura e, in seconda battuta, di pensare che la divulgazione, fatta al solo fine di tenere alta la soglia d’attenzione, fosse fattibile; così non è.
Ne prendo atto e mi scuso con la Redazione di Olokaustos.org
Però ieri ho verificato alcune statistiche collegate a questo post, in confronto con altri.
La storia di Sergio in 3 anni è stata letta da 1235 persone.
Quante di queste hanno cliccato sul link del sito Olokaustos per avere altre informazioni?
Nessuna.
Giusto per curiosità vi dico che il post scritto da Francesco, con la prova da lui fatta dell’Audi A1, è stato letto, in soli 3 mesi, da quasi 23.000 persone.
Che sia per comodità o meno, è questo atteggiamento di profonda indifferenza che volevo scuotere con la storia di Sergio che, come detto, puoi leggere QUI.
Ho un profondo rispetto per l’Olocausto e ritengo giusto ricordare. Ma come te ritengo che ci siano stati tantissimi altri orrendi crimini contro l’umanità che non hanno avuto la stessa eco. Oltre a tutti quelli citati da te, aggiungo il massacro degli indiani d’america…
Io ricordo tutti e tutto.
Pingback: Camminare a Roma ed inciampare nella memoria « Paoblog
Esagerati, invece di essere contenti per la divulgazione (te non hai stampato e venduto, guadagnandoci, il testo)…si tecnicamente hanno ragione…,ma in questo caso la buonafede era palese…non sono d’accordo con la suddetta redazione…io ti avrei fatto un plauso ringraziandoti…
A proposito dell’aggiornamento e della riduzione del post effettuati da Pao per questioni di diritti (legali e indiscutibili): sbaglierò, forse, ma io credo che in questi casi è davvero sciocco, insignificante, anti-storico e controproducente a livello culturale e sociale affidarsi e appellarsi al copyrigth ottenendo come risultato l’oscurare e il non diffondere certe importanti testimonianze lasciateci in eredità dalla Storia e dagli uomini…
Pingback: Qui non ci sono bambini « Paoblog
Pingback: Lettera a un amico antisionista « Paoblog
Un libro per non dimenticare e, soprattutto, ricordare.
Perché il Passato, anche nella sua sofferenza e nella tragedia, possa essere sempre insegnamento ed esperienza per noi tutti, anche se non c’eravamo:
https://paoblog.wordpress.com/2011/01/10/roma-occupata-1943-1944-itinerari-storia-immagini/
Tra le tante “testimonianze visive”, c’è una lapide posta all’ingresso di Palazzo Salviati, in via della Lungara a Roma, che ricorda quel 16 ottobre 1943: quando 1022 ebrei romani, prelevati dai nazisti nelle proprie case, furono concentrati a Palazzo Salviati per due giorni, prima di essere deportati ad Auschwitz.
Di quelle 1022 persone, soltanto 16 sopravvissero ai campi di sterminio e poterono fare ritorno a Roma.
Mai e poi mai dimenticare, dobbiamo assolutamente tenere vivo questo terribile momento. Pace cari fratelli trucidati spietatamente.
Pingback: Ausmerzen di Marco Paolini « Paoblog
Pingback: Veleni di Stato ovvero le bombe di Colleferro « Paoblog
Pingback: Nel Giorno della Memoria, evitiamo le bufale: Olocausto tolto dalle scuole in Gran Bretagna « Paoblog
Non dimenticare è un dovere!
Ho finito di leggere questo pezzo di storia con gli occhi velati di lacrime. Un pò di quelle colpe sono nostre perchè ancora oggi si pemettono degli atti spregevoli e mai puniti. Davanti a cose minori quanti di noi voltiamo lo sguardo e lasciamo fare. Scusate se mi sento ancora oggi in colpa per tutti questi innocenti…
Pingback: Il giorno della Mela « Paoblog
un episodio raccapricciante e vomitevole.
ottimamente e mestamente raccontato da giovanni de martis, che mi ha colpito per la sensibilità e la dolcezza con le quali egli parla del bambino sergio e della vita che avrebbe avuto, se non fosse finito precocemente vittima di quella immonda barbarie criminale.
Senza parole…
Io sono contro anche agli esperimenti effettuati su animali. Una volta stavo discutendo di questa cosa con uno, ad un certo punto mi fa’ ” anche gli esperimenti che hanno fatto i nazisti sugli umani sono serviti alla medicina” be’ sono rimasta inorridita, ovvio che non gli ho mai+ rivolto la parola. Io cmq credo che ci siano arrivati solo parte delle barbarie che sti’ criminali hanno commesso, penso che ne abbiano fatte molte di + di quelle che si sanno
credo di essere ancora piccola per capire certe cose,ma ho capito!ho capito come la diversità faccia male mentre dovrebbe essere una delle cose piu belle del mondo.