Ieri nell’articolo letto su Il Fatto Alimentare circa il ritiro dal mercato di tonno con istamina, era scritto che: il Sistema di allerta europeo ha segnalato la vendita in Italia, ma il Ministero della salutenon ha voluto fornire altri dati.
La pessima gestione da parte del Ministero sull’epidemia di Epatite A causata dai frutti di bosco surgelati è sempre di attualità; pochi giorni fa, stupito del silenzio in merito ho chiesto lumi a chi opera abitualmente nella sicurezza alimentare; mi chiedevo infatti se l’emergenza fosse rientrata oppure nuovamente sottovalutata e la risposta che mi è stata data suggerisce che l’ipotesi corretta sia la seconda.
Il problema causato dal fatto che il Ministero non comunichi tempestivamente il nome delle aziende e/o i marchi, me lo sono posto da tempo io che sono un semplice uomo della strada, al pari con molti lettori che mi scrivono in cerca di chiarimenti che, va da sè, non posso fornire.
Gli addetti ai lavori chiedono quindi più informazione, i consumatori pure e suquesti presupposti il silenzio del Ministero della Salute è ancor più rumoroso.
Questa è la lettera aperta pubblicata da Roberto La Pira e Dario Dongo su Il Fatto Alimentare:
Spettabile Ministero della salute,
e p.c Commissione europea il Fatto Alimentare ha ricevuto parecchie richieste di notizie dai propri lettori, in relazione all’allerta istamina* rilevato in vasetti di tonno in olio di soia, provenienza Italia, registrata il 7 febbraio 2014 dal sistema di allerta europeo Rasff.
I consumatori che hanno in dispensa confezioni di olio all’olio di soia, sono preoccupati e non sanno cosa fare se consumarle o se possono essere pericolose e vanno cestinate. La loro richiesta diffusa, alla quale ci associamo, é quella di conoscere i dettagli dei prodotti oggetto di richiamo: marchi, aspetto delle confezioni, quantità di alimento ivi contenute, codici identificativi (lotto e/o data ‘da consumarsi preferibilmente entro’).
La diffusione di tali notizie – già consolidata nella gran parte dei Paesi UE – é garanzia di trasparenza nella gestione del rischio di sicurezza alimentare, in armonia con il regolamento (CE) n. 178/02.
In assenza di notizie precise sui prodotti richiamati e ritirati dal mercato si rischia di indurre l’astensione generalizzata dal consumo dell’intera categoria di prodotti.
L’indiscussa capacità del Ministero nell’isolare le criticità e mitigarne i danni deve insomma venire comunicata in modo appropriato. A maggior ragione in situazioni come questa, poiché valori elevati di istamina nelle conserve ittiche sono indicativi non di casualità, ma di carenze strutturali nei sistemi di autocontrollo.