In questi anni (si hai letto bene: anni!) ho raccontato sul Blog la varie fasi collegato ad un cliente che nel lontano 2012 non ha pagato un paio di fatture.
La prima fattura, alla fine di una lunga trafila con perdite di tempo abissali, sono riuscito a portarla a casa, con gli interessi, ma per la seconda, nonostante abbia in mano la sentenza a mio favore del Giudice di pace, ormai è persa…
Questo perchè un paio di settimane fa il cliente ha dichiarato fallimento e, come ben mi ha detto l’avvocato: difficilmente si recupera qualcosa, di prassi prima di fallire la ditta svuota la società.
Nota integrativa del 2 marzo 2015: E la presa per il culo (chiamiamola per nome) ha chiuso il cerchio; alla perdita del credito (sul quale è stata pagata l’Iva, tra l’altro) si aggiunge ora la parcella dell’Avvocato che non potendo recuperare le spese dal debitore, in forza della sentenza del Giudice, le chiede a me.
Ecco quindi la parcella di 817 € per non prendere i miei 1737. Cornuto & Mazziato come peraltro accade abitualmente ai sudditi di questa Repubblica delle banane…
Sarebbe stato sufficiente che il Giudice avesse la possibilità di prendere la decisione in tempi rapidissimi, che la giustizia non rallenti il suo lavoro nel periodo natalizio e via così… lascio la parola a Piero Ciampi, che è meglio.
Ad onor del vero, pochi mesi fa, dopo soli 15 anni, ho recuperato qualcosa ovvero l’1% (senza interessi) rispetto ad un credito di quasi 26.000 € …
(Visto che quando lo racconto non ci crede nessuno… vedi te)
Lo Stato, che corre con regole diverse (chiamala Equità) ha invece recuperato il 100% + gli interessi, sottraendo di fatto liquidità alle aziende che hanno pagato a suo tempo l’Iva, i materiali, ecc..
E quindi chi è fallito avrà dirottato altrove il contenuto della cassa e chi ha lavorato si attacca al tram, e non prenderà neanche le briciole.
E poi i vari Governi proclamano sui giornali che gli imprenditori non hanno più alibi, per non assumere, per non investire… neanche sapete di che parlate.
Avanti così, italietta…
| non siano diversi da quelli che i singoli cittadini in buona parte adottano nelle loro relazioni ed attività quotidiane !
ritengo di poter stare a pieno diritto nella parte che resta, che lavora con correttezza, paga il dovuto, rispetta le leggi, anche se certe norme non le condivido, e lotto per i miei diritti e, tutto sommato, mi sbatto anche per quelli degli altri (a costo zero, per il bene comune)…
che la massa predichi bene e razzoli male, non ci piove, e dato che prima che essere funzionari o politici, si è cittadini, va da sè che si trascina nel lavoro quello che si è nel privato e viceversa…
chi mi conosce, nel privato e nel lavoro, può confermare che non sono qua a mettermi sul piedistallo cosa che in ogni caso non faccio a prescidere.
non ritengo infatti di essere migliore di altri, anzi il contrario, sono una persona normalissima che cerca di agire per il meglio… casomai è la massa ad essere peggiore di me…
Resta il fatto che non mi sento di dire che lo Stato siamo noi, anche se i cattivi comportamenti dell’uno si rispecchia in quelli degli altri…
Lo Stato viaggia in ogni caso su binari diversi, con leggi che sono punitive verso i cittadini ed ignorate dallo Stato in prima persona… vedi ad esempio questa vicenda: https://paoblog.net/2011/01/12/equitalia-e-non-solo/ dove prima di è ignorata la logica e poi il diritto
qualche peccato commesso in buona fede l’avrò anche commesso e sono pronto afare ammenda, ma in linea di massima, se non una pietra, perlomeno un sassolino lo lancio (e non contro una vetrina…)
Che il nostro avido stato adotti un doppio standard nel dare e prendere è indiscutibile.
Direi però che sia surrettizio considerare lo stato come un’ entità separata dai cittadini ed oppressiva nei loro confronti.
Gli operatori della pubblica amministrazione ed il loro atteggiamento altro non possono rispecchiare se non le virtù ed i vizi tipici del paese di cui sono una parte ridotta ma omogenea.
Fatti salvi glli indiscutibili pregi mi pare che – seppure generalizzare sia grossolano e ingeneroso – i cattivi comportamenti così spesso criticati in chi ci amministra non siano diversi da quelli che i singoli cittadini in buona parte adottano nelle loro relazioni ed attività quotidiane: autoreferenzialità, individualismo, arroganza, pretenziosità, furbizia, indisciplina, litigiosità, prepotenza, “familismo amorale”, vittimismo, giusto per citare i più diffusi e riconosciuti.
Ritengo capzioso che la massa indistinta dei cittadini esiga il buon funzionamento dell’ apparato pubblico se prima ciascun singolo non si impegna a costruire nella collettività il rispetto delle regole del buon vivere civile. E chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
cazzarola
Non andiamo lontani cosi’, Paolo…..
Bisognerebbe che ci fosse qualcuno di loro al nostro posto: dopo una settimana darebbe forfait!