Leggo il titolo dell’articolo de Il Fatto Alimentare e penso: Fosse vero!
Dopo di che mi chiedo se il consumatore medio è pronto per una simile novità.
Nella nostra azienda è abituale offrire al miglior prezzo con tanto di dicitura sull’offerta: “La nostra politica aziendale prevede di comunicare subito il miglior prezzo possibile , ragion per cui si prega di non richiedere sconti e/o variazioni a quanto indicato.”
E di prassi ecco la solita telefonata: “le passo l’ordine, ma che sconto mi fà?“
Spesso porto ad esempio proprio la spesa al super chiedendo al cliente se quando va a fare la spesa, riempie il carrello e quando arriva alla cassa chiede che sconto gli fanno (oppure se gli dice: passo a pagare tra 60/90 giorni)…
Ricordo che anni fa una nota casa di pneumatici aveva deciso di fare il listino trasparente, per evitare i soliti prezzi “pompati” in vendita poi con lo sconto del 60% al cliente che, inevitabilmente, doveva trattare con il gommista.
La politica dei supersconti e via dicendo, ben spiegata a suo tempo da Il Fatto Alimentare, altera le dinamiche del mercato, facendo pagare il prezzo ad ignari consumatori e fornitori, questi ultimi ben consapevoli.
Scrive Roberto La Pira nel suo articolo, del quale consiglio la lettura:
Gli inglesi lo chiamano prezzo netto netto. In Italia questa strategia viene adottata da pochissime catene come U2 e da altre localizzate in Veneto come: Rossetto, Tosano e Lando che ogni anno guadagnano i primi posti nella classifica della convenienza redatta dalla rivista Altroconsumo redatta 6 mesi fa su oltre 900 punti vendita dislocati in quasi cento città.
Della mia esperienza con U2 ho raccontato tempo fa e posso confermare che si comprano prodotti di qualità ad un prezzo decisamente più basso delle altre insegne e senza dover dare la caccia ad una promozione.
Il tutto senza tessera fedeltà… 😉
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