Pubblico un assaggio della lunga inchiesta di Altroconsumo che puoi leggere cliccando sul link in calce
Una volta tanto dissento, non dai risultati di laboratorio, che ritengo affidabili, ma per quanto riguarda alcuni passaggi.
Concordo sul fatto che molti, sbagliando, attribuiscano al Bio un apporto superiore di vitamine e minerali, tuttavia per quel che mi riguarda l’utilizzo di alimenti Bio mi dà l’idea che nelle aziende agricole/alimentari ci sia in ogni caso maggiore attenzione all’ambiente ed alla salute.
Vero quindi che i prodotti convenzionali hanno una presenza di pesticidi inferiori ai limiti di legge, ma in ogni caso, leggendo le tabelle ho notato il fatto che nelle mele Bio i pesticidi siano pari a zero mentre in quelle convenzionali siano presenti da 2 a 4 pesticidi.
Saranno anche 4 pesticidi con limiti inferiori a quanto previsto, ma nel Bio non ci sono. E nelle fragole, i pesticidi presenti nel convenzionale sono da 1 a 5 e in un caso sono oltre i limiti di legge.
Su queste basi, non è che consumare una fragola Bio ed un’altra “normale” con i pesticidi oltre i limiti, sia equiparabile.
In ogni caso, valore nutrizionale a parte, io cerco di mangiare alimenti che siano coltivali e/o allevati con un basso impatto ambientale e/o rispettando il più possibile il benessere animale.
Leggi ad esempio: Il foie gras mi piace, ma non lo mangio, neanche se Eataly “indora” il tutto… + Un libro: Farmageddon. Il vero prezzo della carne economica
Per quanto riguarda il costo dell’alimentazione Bio è tutto relativo ovvero è necessario trovare il punto vendita giusto.
Ho letto di acquisti di alimenti Bio che comportano dei sacrifici; qualche anno fa, sicuramente era così, ma ultimamente ritengo che le cose siano cambiate, perlomeno per i consumatori che possono scegliere fra più punti d’acquisto.
Inizialmente facevo piccoli acquisti da Naturasì, dove però tutto costa più caro, anche il rotolo di carta igienica (da carta certificata, ecc.).
Ormai gli acquisti di alimenti Bio li facciamo tranquillamente al supermercato, dividendoci fra Esselunga, Coop e Unes; in quest’ultimo supermercato, in ogni caso la qualità di frutta & verdura (Bio o convenzionale) è superiore agli altri.
Ad esempio da Unes si trovano anche alcuni vini Bio: del Prosecco di Valdobbiadene, così come alcuni rossi e bianchi.
Andiamo ancora da Naturasì, ma per quei pochi prodotti che non si trovano negli altri canali, come ad esempio lo zafferano italiano.
In ogni caso cercare di consumare prodotti di qualità non ci obbliga a scegliere il Bio; leggi ad esempio: Abbiamo provato il riso di Baraggia (e non solo…) perseguendo l’idea che è meglio mangiare meno, ma meglio.
Nota integrativa con la quale esco un pò dal seminato ovvero nell’articolo ho letto (sintetizzo) che:
Il bio rappresenta un volano per l’economia italiana e la produzione Bio impiega un maggior numero di donne, di giovani … Alzi la mano chi compra bio pensando a tutti questi lodevoli aspetti.
Presente! Alzo la mano. Pur senza mettermi sul piedistallo, che sicuramente ci sono tanti altri che si comportano come me (e pure meglio), resta il fatto che per quel che mi riguarda l’Etica è importante.
Leggi: Si riesce a fare la spesa abbinando Etica & Convenienza?
Era prevedibile, questa inchiesta ha scatenato un putiferio che, come spesso capita in queste occasioni, ha tirato fuori il peggio (e non viceversa) dai lettori ed infatti in calce pubblico integralmente la replica di Altroconsumo in merito, che inizia con queste parole:
“Dagli insulti alle osservazioni scientifiche, dai commenti pacati a quelli piccati, fino alle accuse di produttori e negozianti. Il florilegio di contestazioni rappresenta bene la varietà di reazioni che la nostra inchiesta sul bio ha suscitato.”
Come scritto tempo fa in un post: Ma è impossibile commentare su Facebook senza insultare qualcuno?
Biologico: una vera e propria passione per gli italiani che ha portato la nostra nazione al sesto posto nel mondo in termini di fatturato in questo settore.
Le ragioni di questo amore sono molte ma, come spesso accade, è l’illusione, più che il dato reale, ad alimentare il sentimento.
E così probabilmente la preferenza che molti accordano al biologico non ha nulla a che vedere con i veri vantaggi che questo tipo di agricoltura garantisce (che sono molti e innegabili).
Innanzitutto il metodo bio consente di produrre alimenti utilizzando pratiche quanto più possibile sostenibili, cercando di prevenire la perdita della biodiversità e l’impoverimento del suolo, facendo ruotare le coltivazioni, selezionando specie e varietà resistenti a malattie, parassiti ed erbe infestanti.
Questo perché l’uso di pesticidi nelle coltivazioni biologiche è soggetto a rigorose restrizioni: ma questo non vuol dire che siano sempre e in assoluto vietati.
Il bio inoltre rappresenta un volano per l’economia italiana, soprattutto per le regioni del Sud e in più la produzione bio impiega un maggior numero di donne e di giovani.
Tuttavia sono sicuramente molto poche le persone che acquistano prodotti biologici pensando a tutte queste varianti.
In realtà ci piacciono perché li percepiamo più salubri, genuini e sicuri e dall’altro lato sentiamo accrescere sempre più la convinzione in base alla quale tutto ciò che non è bio ci possa avvelenare.
Dunque bio sinonimo di salute…
Continua la lettura QUI: Biologico, c’è chi dice no. La nostra inchiesta – Altroconsumo
Questa la replica di Altroconsumo alle critiche
Dagli insulti alle osservazioni scientifiche, dai commenti pacati a quelli piccati, fino alle accuse di produttori e negozianti. Il florilegio di contestazioni rappresenta bene la varietà di reazioni che la nostra inchiesta sul bio ha suscitato.
Non ci aspettavamo nulla di diverso, visti i risultati dell’inchiesta e il contenuto dell’articolo, che confermiamo parola per parola. A partire dal titolo Non crediamo in bio, scelto tra tanti perché meglio risponde all’atteggiamento di quanti abbracciano il bio come fosse un credo, una religione.
Del resto la missione che Altroconsumo si è data non è di credere (che significa avere fiducia), ma di dubitare, verificare e testare, in modo oggettivo e indipendente.
Facciamo giornalismo di servizio, non d’opinione. Quanto raccontato nel pezzo non è frutto di nostre considerazioni sul bio, i cui numerosi vantaggi – troppi per essere qui nuovamente ricordati – sono stati elencati in apertura di articolo e mai negati, né tantomeno denigrati. Chi compra bio per questi nobili motivi non desisterà di certo dopo aver letto il nostro servizio.
Altri sono invece gli scenari che aprono i risultati di laboratorio su cento campioni di ortofrutta bio e non bio, su cui insiste l’impianto dell’articolo. Si tratta di dati che smentiscono chi sostiene che i prodotti biologici offrono un maggior apporto nutritivo di quelli non bio.
Sono dati seri e oggettivi. Così come sono seri, e finora non smentiti, gli studi scientifici che hanno dimostrato come mangiare bio, allo stato dei fatti, non offra un vantaggio per la salute. Su quanti giornali avete letto queste notizie?
Quanto ai residui di pesticidi, abbiamo evidenziato che le concentrazioni riscontrate dal laboratorio nell’ortofrutta convenzionale sono minori di quanto si pensi: da 10 a 100 volte sotto i limiti di legge. Anche questa è una notizia.
Aprire gli occhi a chi compra bio per motivi salutistici, affrontando una maggiore spesa (per molti è un sacrificio), non solo è importante, diventa doveroso per un’organizzazione a tutela dei consumatori.
Affermare che abbiamo fatto propaganda ai prodotti tradizionali è falso. Sfidiamo chiunque a trovare nell’articolo una sola riga in cui si affermi o soltanto si alluda alla supremazia di frutta e verdura convenzionali in termini di qualità e rispetto per l’ambiente.
È semplicemente scorretto interpretare come uno spot a favore dei prodotti tradizionali i consigli di variare il consumo di frutta e verdura e di essere accurati nel lavaggio, per assumere meno pesticidi.
“Una dieta tutta biologica fa crollare il livello di insetticidi, erbicidi e fitofarmaci nell’organismo. Il risultato dello studio pubblicato su Environmental Research dai ricercatori dell’Università della California di Berkeley può sembrare banale, ma non lo è, perché contiene diversi elementi di novità, gli effetti sono molto netti e significativi e poiché l’esito conferma altri studi analoghi, pubblicati negli anni scorsi da gruppi di ricerca australiani, californiani e di Seattle, rafforzandone così indirettamente le conclusioni.”
(Fonte: https://ilfattoalimentare.it/biologico-pesticidi-organismo.html)
per avere le informazioni, suggerisco di contattare l’Aiab > http://www.aiab.it/
vorrei sapere quali trattamenti specifici vengono usati per la produzione di tutte le colture biologiche attualmente in Italia. Grazie.