Tempo fa ho pubblicato un post sul TTIP, intitolato: Il negoziato Usa-Ue e la sicurezza alimentare non vanno a braccetto…
ed oggi leggo su Il Fatto Alimentare un articolo che mostra chiaramente le problematiche in ballo:
Sintetizzo il tutto in poche battute, ma suggerisco la lettura integrale dell’articolo di Beniamino Bonardi:
Sale la tensione tra Stati Uniti e Unione europea sui prodotti alimentari di origine protetta, oggetto delle trattative concernenti il TTIP, il Trattato commerciale di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti.
I produttori ed esportatori caseari statunitensi, sostenuti da decine di senatori bipartisan, si oppongono alla richiesta europea di limitare l’utilizzo del nome generico di formaggi europei con indicazione protetta, come già previsto dal Trattato CETA tra Ue e Canada.
I formaggi statunitensi con nomi generici di origine europea – come asiago, fontina, gorgonzola o feta – rappresentano un giro d’affari annuo di 21 miliardi di dollari.
Dal fronte europeo, risponde OriGln, che riunisce le associazioni delle origini protette ricordando che “le indicazioni geografiche sono fondamentali, su entrambe le sponde dell’Atlantico, per creare posti di lavoro durevoli e proteggere i consumatori da pratiche sleali”.
OriGln respinge i tentativi di descrivere le indicazioni geografiche come uno strumento protezionistico, osservando che […. ] i consumatori sono sempre più interessati all’origine dei prodotti alimentari, mentre le pratiche ingannevoli, attualmente tollerate negli Usa, sono dannose per i consumatori americani.
Al via anche in Italia la petizione contro il TTIP: già raccolte 1,5 milioni di firme
Articoli correlati:
L’importanza delle sigle DOP, IGP e STG
I prodotti DOP, IGP e STG sono 266: scarica l’elenco aggiornato
I controlli dell’Autorità a tutela dei marchi DOP e IGP