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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Perche’ i ciclisti non stanno a destra (ed hanno quasi sicuramente ragione)

un contributo da parte de Il Principe Brutto, un lettore affezionato del Blog:

Ieri a Genova un ciclista e’ morto, investito da uno scooter. Così è stata riportata la notizia dai media, ma la necessità di comprimere una storia in un titolo in questo caso rende un disservizio a chi vuole capire.

Lo scooter ha investito il ciclista dopo che questi si era spostato al centro della corsia, per scansare una portiera che gli era stata aperta davanti all’improvviso.

Qui trovi il commento di un sito di ciclisti genovesi; lo si può liquidare come un punto di vista interessato e di parte, ma non sembra così facile confutare le argomentazioni dell’autore.

Il codice della strada dice una cosa, e impone ai ciclisti di rimanere a destra della corsia, ma la realtà sul campo ne dice una opposta: in certe situazioni, specie nel contesto urbano, stare a destra espone il ciclista a dei grossi rischi (quale appunto, il vedersi aprire una portiera in faccia).

Come corollario, forse controintuitivo, più un ciclista sta a destra, minore è la distanza di rispetto che gli viene accordata quando è sorpassato da altri veicoli.

Come dice giustamente l’autore dell’articolo linkato, rispettare il Codice non nuoce alla propria sicurezza di ciclista solo in un mondo in cui tutti gli altri utenti della strada lo rispettano a loro volta, e non compiono disattenzioni fatali.

Quando queste condizioni sono assenti, rispettare il codice espone il ciclista a dei rischi elevati, e non lascia altra scelta che cercare di difendersi al meglio.

Ecco quindi che comportamenti che sembrano gratuitamente irritanti, come l’andare in gruppo occupando l’intera corsia, o tenersi distanti dal bordo destro della strada, diventano scelte logiche e razionali di autodifesa.

di Francesco Mignano Comunicazione Visiva

di Francesco Mignano Comunicazione Visiva

Secondo me…

In realtà non sono obbligato a commentare ogni contributo altrui, tuttavia so che Il Principe Brutto mi chiederebbe via mail un’opinione personale, per cui tanto vale scriverla qui.

Le sue riflessioni sono giuste, nel complesso, ma non le condivido appieno.

E’ evidente che in presenza di tanti imbecilli sulle strade, a prescindere dal numero delle ruote, spesso è necessario prendersi delle libertà rispetto a quanto previsto dal Codice della Strada.

E quindi, pensando alla portiera spalancata con colpevole trascuratezza dall’automobilista, posso comprendere il cilista che si sposta verso sinistra quale autotutela, (molto meno quelli che fanno gruppo occupando la carreggiata) tuttavia credo che sarebbe più facile comprendere le ragioni dei ciclisti se avessero la stessa attenzione nel rispettare altre norme, più vincolanti.

E’ quindi facile pensare al ciclista che passa sistematicamente con il rosso, a quello che conduce la bici zigzagando con la musica nelle orecchie ed un bicchierone di Coca Cola in mano, senza dimenticare quelli senza luci e meno che mai con il giubbino, sino ad arrivare quelli che a loro volta diventano un pericolo per i pedoni, sfrecciando sui marciapiedi.

Poi guardi il popolo delle 4 ruote e vedi gli stessi comportamenti, resi più pericolosi da dimensioni più grosse e velocità più elevate.

Così come esistono automobilisti che rispettano ciclisti e pedoni, che si fermano alle strisce oppure danno la precedenza alle rotonde, ci sono quelli che li investono, ed infatti mia moglie ciclista è caduta a causa di un’auto che non ha rispettato lo Stop.

Leggi anche: Ti fermi per far passare il pedone sulle strisce = 750 € di danni

So quindi di quel che parlo, da entrambi i punti di vista e non ho pregiudizi di sorta.

Penso all’altra mattina, quando davanti a me avevo due ciclisti, ed il primo andava alla velocità di un bradipo 😀 per cui avvicinandomi a quello davanti a me, sapevo che difficilmente mi avrebbe sentito visto che a quella velocità l’ibrida andava con l’elettrico ed infatti ho rallentato ulteriormente; lui intanto mi ha percepito, ha gettato uno sguarda, segnalato con la mano e sorpassato il bradipo, dopo di che io ho sorpassato entrambi.

Entrambi abbiamo agito con attenzione e non abbiamo innescato quelle situazioni pericolose tipiche di quando il ciclista si sposta senza guardare e nel contempo l’automobilista gli fa il pelo a prescindere.

Questo conferma che le strade saranno sicure solo quando tutti gli utenti faranno la loro parte; non serve a nulla il ciclista perfetto, se poi incontra sul percorso un automobilista idiota e viceversa.

Utopia, verrebbe da dire, tuttavia il mio punto di vista è viziato dal fatto che cerco di guidare con la massima attenzione, rispettando sia le norme, sia le persone.

E quindi il rispetto delle norme di circolazione è alla portata di tutti, tuttavia pochi le rispettano.

Preso atto dell’inciviltà ed il menefreghismo di molti (di troppi), che fare?  Mi aggancio quindi a quanto scritto in un post di pochi mesi fa per ribadire il mio punto di vista.

Così come è vero che fra i vari utenti della strada ci sono “buoni e cattivi” e sono sempre i singoli (e non la categoria) che con i loro comportamenti “fanno danni”, è altresì vero che se si vuole dare un pò di colpe a qualcuno, non dobbiamo dimenticarci dei vigili.

(Prima di continuare la lettura, una precisazione: se sei un vigile coscienzoso, che fa il suo dovere con professionalità, QUI non si parla di te.)

Anche in questo caso si dovrà fare un distinguo visto che, come scriveva Caprino tempo fa, ci sono gli stakanovisti ed i fannulloni, ma vero anche che se non ci sono direttive puntuali, con l’applicazione di un giusto mix fra il buonsenso e la tolleranza zero, non si risolveranno mai i problemi causati da quelli che vanno in strada a farsi i comodi loro, che abbiano 2 o 4 ruote o che vadano a piedi.

Il lassismo da parte di chi per l’appunto deve vigilare, di fatto aumenta il senso di impunibilità degli incivili seriali…

Nell’articolo citato da Il Principe Brutto, ho trovato il link ad un altro articolo nel quale un ciclista fa questa affermazione:

Se uno può lasciare l’auto parcheggiata con le 4 frecce accese su una pista ciclabile o in doppia fila mentre va a prendersi il caffè al bar “che tanto poi è solo per 5 minuti”, io non posso occupare il centro della corsia per 20 secondi?

Ecco, qui casca l’asino, secondo me, in quanto quello di parcheggiare l’auto in sosta vietata (tanto più quando danneggi concretamente gli altri, vedi ciclabili, disabili, passi carrai), è un comportamento da punire ad oltranza sino a che gli automobilisti capiranno che o rispetti le norme (e gli altri) oppure sulle strade ci lascerai lo stipendio (contento tu…).

Ed un comportamento sbagliato altrui non giustifica quello degli altri, sennò si innesca il solito meccanismo grazie al quale è molto più facile adeguarsi ai cattivi comportamenti piuttosto che agire come si deve e Fare la differenza.

Ci sono i vigili che non vigilano…

Gli automobilisti che dire indisciplinati è dire poco…

I ciclisti che ne ne fregano…

I motociclisti che si adeguano…

I pedoni ed i loro strani comportamenti…

E non dimentichiamoci il cattivo esempio di certi genitori… i cui figli, domani, saranno pedoni, ciclisti, mociclisti ed automobilisti.

Aggiornamento del 20 marzo 2015

Leggi anche questo articolo di SicurAuto: Come andare in bici rispettando le regole e gli altri?

 

 

 

 

 

 

16 commenti su “Perche’ i ciclisti non stanno a destra (ed hanno quasi sicuramente ragione)

  1. paoblog
    19 Maggio 2017

    l’ultimo passaggio lo “rubo” perchè cade a fagiolo in un postv in fase di preparazione 🙂

  2. gior
    19 Maggio 2017

    Piu’ di 1 anno dopo l’ultimo commento, voglio dire la mia. Come in tante situazioni, occorre stabilire una gerarchia tra differenti aspetti. Se parliamo di circolazione, non tutti i mezzi circolanti sono uguali. Vi sembra evidente? A me non sembra.

    Un pedone, un ciclista, un auto, un TIR un carroarmato possono avere ognuno tutti i diritti che vogliamo, ma prima di tutto i loro rapporti dipendono dalla loro natura. Cioe’, tu pedone puoi avere tutti i diritti che vuoi ma se io ti passo sopra con un mezzo piu’ grande di te ti distruggo.

    Sei un ciclista? Vale lo stesso discorso: hai mai visto un autobus attraversare le strisce pedonali? No, e allora perche’ lo fai tu? Perche’, o ciclista, stai in mezzo alla carreggiata, quando se vieni centrato da un mezzo piu’ pesante di te muori?

    Al contrario, o cittadino, giri sulle strade con un carroarmato? Allora sono tutti gli altri che ti devono temere, sempre indipendentemente dal diritto.

    Per concludere, basarsi solo sui diritti in un sistema caotico e “naturalmente” prono a comportamenti dissoluti o casuali, a cosa serve se si diventa morti?

    Sui pedoni e’ stato fatto un errore madornale: le leggi confondono il diritto con la realta’ e ne e’ conseguenza il fatto che tanti pedoni attraversano le strisce pedonali a testa bassa, con tutto cio’ che questo comporta.

    Conta piu’ guardare cio’ che si fa’ e cosa fanno altri o attraversare le strisce pedonali a testa bassa con una fotocopia della legge sui diritti del pedone in tasca? In alto la testa e bene attenti, questa e’ il milgior testo di legge.

  3. Pingback: I ciclisti mi sono antipatici – Autostroppysti

  4. Pingback: I ciclisti mi sono simpatici – Autostroppysti

  5. andrea
    17 marzo 2015

    Aggiungo: mi andrebbe bene chiudere la gardesana orientale al traffico..motorizzato una domenica al mese, ad es. dalle 8,00 alle 12,00 (quindi periodo di tempo limitato, per non creare troppo disagio agli altri utenti della strada),

    per intenderci, dal parcheggio di Peschiera a quello di Torbole.

    In 4 ore la litoranea si può percorrere in bici andata e ritorno senza troppo…pestare sui pedali.
    E se non ci fossero macchine in giro…ci andrei anche io.

    Quando propongo “chiusura al traffico motorizzato, ovviamente mi riferisco alla interdizione per tutti i veicoli, esclusi i mezzi di soccorso (sirena accesa);

    se esentiamo dal divieto questa o quella categoria (es. disabili ecc…), non se ne esce più: insomma non basta una ZTL, perchè la proposta funzioni occorre istituire un’area ciclabile, limitata ad un periodo di tempo limitato.

  6. andrea
    16 marzo 2015

    episodio capitato una domenica di febbraio lungo la mia…amata gardesana orientale:

    – fila di auto in lento movimento per entrare in una rotatoria;

    – gruppone di ciclisti arriva a palla da tergo e si “sfarina” superando le auto (alcuni campioni a dx, altri stra-campioni contromano a sx);
    – il supercampione tampona di brutto l’auto ferma al segnale di “dare precedenza” e cade a terra;

    – bici piegata ma, per fortuna (di tutti), non si fa male;

    – con il manubrio ha “ammaccato” non poco il baule dell’auto in questione

    – per scrupolo (=ad evitare una denuncia per omissione di soccorso) mi son fermato a verificare se voleva esser portato al P.S., ma non ho…indagato sulla questione assicurativa

    Questi soggetti andrebbero bannati dalle strade aperte al pubblico!

  7. paoblog
    16 marzo 2015

    aggiungerei il fatto che il ciclista, per forza di cose, è un veicolo lento, per cui l’idea di anticipare il verde ponendosi di fatto sulla traiettoria di mezzi più veloci, non è il massimo della logica. Senza contare che c’è poi l’abitudine di sorpassare l’automobilista che deve svoltare, ignorando la freccia ben visibile. (parlo solo di automobilisti rispettosi delle norme.)

    Si possono fare 1000 comsiderazioni sul fatto che molte città non abbiano una viabilità che tenga conto anche di ciclisti come di pedoni, ma resta il fatto che la maggior parte dei ciclisti che vedo in giro, sfilano sulla carreggiata ignorando la pista ciclabile, ed infatti avevo scritto un post in merito, con accese discussioni del popolo delle due ruote che, spesso, partono dal presupposto che se guidi l’auto hai torto a prescindere.

    Sui ciclisti appaiati se non in gruppone, nulla da dire. Hanno torto e sarebbe bello vedere un giorno che quando gli dai un colpetto discreto di clacson, per segnalara la tua presenza, non ti mandino sistematicamehte Aff…

  8. andrea
    16 marzo 2015

    ho provato ad inserire un commento sul sito dei ciclisti genovesi, ma non è stato…approvato; – riassumo qui il mio pensiero:

    1) il primo loro suggerimento per ridurre i rischi è quello che, al semaforo, il ciclista deve partire “in anticipo”, quando ha ancora “lanterna rossa”: a mio avviso ciò è inaccettabile perchè costituisce pericolo per i pedoni (affermare che non ci sono più pedoni “che devono attraversare” ha la stessa valenza dell’automobilista che apre la portiera tanto”non ci sono ciclisti in arrivo”) e per i veicoli che hanno ancora lanterna verde (o gialla, inutile qui richiamare le regole che consentono di completare l’attraversamento con il giallo); il ciclista, senza rischiare la pelle, può partire con calma quando ha luce “verde”;

    2) se le macchine sono in fila al semaforo e non c’è pista ciclabile, niente giustifica il ciclista che sorpassa, nè da dx nè da sx: può salvar meglio la pelle rispettando la coda;

    3) quando ci sono auto parcheggiate, giusto che il ciclista tenga un margine libero sulla dx, ma deve procedere a bassa velocita’, che è poi la velocità adeguata allo stato dei luoghi.

    Per concludere, NIENTE giustifica i ciclisti che, fuori dai centri abitati, procedono appaiati o peggio “in branco”: mi riferisco in particolare a quel che vedo sulla gardesana orientale, con sistuazione di grave pericolo per tutti gli utenti della strada.

  9. paoblog
    10 marzo 2015

    leggo fra i commenti lasciati sul sito citato da IPB:

    | il signore che aveva parcheggiato…non sentendo sopraggiungere alcun rumore…ha aperto la portiera causando l’urto.. |

    Se bastasse il rumore per valutare “se e come” aprire la portiera, allora non mi spiego perchè capita spesso di transitare con l’auto e trovarsi davanti la portiera di un’altra auto, spalancata senza alcuna cura.

    Tra l’altro quando siamo in auto, con la portiera chiusa, l’ambiente è più o meno insonorizzato, per cui non è sul rumore del mezzo che dobbiamo fare affidamento, ma sulla vista.

    Essendo fresco possesore di un’auto ibrida ovvero decisamente silenziosa alle basse velocità, devo aspettarmi che tutte le portiere delle auto si aprano di colpo perchè arrivo silenziosamente?

    A prescindere dalle ruote e dal rumore, perciò, prima guardi e poi apri la portiera.

    Punto.

    Da (ex)motociclista, ho già assaggiato l’asfalto grazie all’automobilista che poi se ne usciva con un “Scusa non ti avevo visto”, come se bastasse questo a giustificare la sua distrazione.

    Errare è umano, nessuno è immune da qualche errore durante la guida, ma diceva bene una trasmissione Rai sulla sicurezza: “Mettici la testa”.

  10. Poppea
    9 marzo 2015

    Hai detto bene inutile avere un ciclista accorto ed un automobilista idiota o viceversa.

    Personalmente, mi fanno girare le scatole alcuni ciclisti che sulla strada di Allumiere, sprovvista di pista ciclabile, si mettono in due parallelamente per chiaccherare

  11. IlPrincipeBrutto
    7 marzo 2015

    >> non mi sta bene il ragionamento “c’è chi parcheggia in doppia fila, per cui io posso andare in mezzo alla strada” ….
    letta così sembra aggiungere un menefreghismo all’altro…
    .
    Si, adesso ho capito cosa avevi scritto (non lo avevi scritto male, non ci avevo fatto abbastanza attenzione. Il bello e il brutto di rispondere di getto). Il signore che tu citi aveva fino a quel momento spiegato in maniera impeccabile i suoi comportamenti. Aggiungendo quella nota sulla sosta vietata in corsia ciclabile ha dato l’impressione di giustificare le sue azioni come una specie di ripicca, e di contrapporre il proprio comportamento irritante a quello incivile di altri.
    .
    E’ in effetti una aggiunta non necessaria, la spiegazione che aveva data fino a quel momento era logica e sufficiente. Come tu scrivi, stava semplicemente dicendo la verita’, bastava quello senza andare a cercare giustificazioni aggiuntive.
    .
    sicuri si diventa, Ride Safe.

  12. kirsten
    6 marzo 2015

    C’è una piccola differenza fra auto, moto e bici: i primi due facilmente possono causare la morte di altre persone.
    E se io, come ciclista urbana, mi prendo un metro in più sulle strade per salvare la mia vita, magari la machina dietro di me deve rallentarsi un attimo. È vero.

    Ma il problema vero non sono io.

  13. paoblog
    6 marzo 2015

    | Non condivido quindi quando dici che un comportamento sbagliato innesca il meccanismo che porta ad accettare tutti i comportamenti sbagliati|

    in realtà ho scritto: è molto più facile adeguarsi ai cattivi comportamenti

    credo che ci sia un malinteso di fondo ovvero sebbene io sia per il rispetto delle regole, come detto nel testo pensando alla portiera spalancata con colpevole trascuratezza dall’automobilista, posso comprendere il cilista che si sposta verso sinistra quale autotutela, e quindi i comportamenti, seppur non conformi al CdS, non sono in ogni caso tutti uguali, tuttavia quando si fa un’osservazione a qualcuno è ormai prassi comune saltare fuori con la giustificazione che c’è chi fa questo o quello…

    per cui è sicuramente peggio un ciclista che passa con il rosso (per idiozia) rispetto ad uno che sta in mezzo alla strada (per autotutela), però non mi sta bene il ragionamento “c’è chi parcheggia in doppia fila, per cui io posso andare in mezzo alla strada” ….

    letta così sembra aggiungere un menefreghismo all’altro…

    meglio, molto meglio, dire le cose come stanno ovvero “sto in mezzo alla strada per evitare le porte aperte all’improvviso.” un concetto che una volta letto, sarà forse compreso ed accettato anche da molti automobilisti, più del pensiero espresso nell’altra forma.

    In ogni caso, pensando all’autotutela mi chiedo ancora una volta perchè lo stesso legittimo desiderio di portare a casa la pelle non si concretizzi anche nel rispetto di quelle norme del Codice, che non comportano rischi aggiuntivi, anzi il contrario. Che se giri in bici (ma li ho visti anche in auto, per non negarsi nulla) con le cuffie a padiglione chiuso, va da sè…

    P.S. Un pensiero a 360° ovvero non rivolto ai ciclisti… Leggo di infrazioni giustificate, di cattivi comportamenti altrui, di irritazione, di mancanza di rispetto. Vedo un Muro contro Muro fra categorie di utenti della strada che, purtroppo, c’è.

    Sebbene con gli incivili non sia quasi possibile il dialogo, dato che la comunicazione è impossibile con chi mette se stesso al centro del mondo e gli altri si fottano, in ogni caso non mi piacciono le alzate di scudi delle varie categorie … si tende a giustificare un cattivo comportamento, piuttosto che ammettere il problema, isolando i veri incivili, quelli che non creano irritazione, ma fanno danni.

    Mi piacerebbe vedere un pò più di autocritica che sfoci poi in una comunicazione a doppio senso … ed infatti sia l’articolo da te citato sia le tue riflessioni, mi hanno aiutato a inquadrare meglio il problema di quelli che stanno in mezzo per autotutela … problema che forse mi sfuggiva non perchè ottuso, ma proprio perchè essendo abituato a guardare prima lo specchietto e poi a girare la testa con la porta socchiusa, va da sè che diventa difficile fare sempre mente locale alle problematiche altrui, causate per l’appunto da chi adotta comportamenti che non rientrano nelle mie abitudini.

    Gli articoli che ti cito qua sotto, me li ricordo bene perchè sono voci fuori dal coro

    l’appello (tardivo) di Pisapia ai ciclisti: https://paoblog.net/2014/10/30/2ruote-86/

    le parole di Roberto Corsetti, presidente dell’Associazione Medici del Ciclismo: https://paoblog.net/2011/06/06/bicicletta-casco/

    l’articolo dello Spiegel che parla dei “ciclisti cafoni del traffico”: http://www.repubblica.it/motori/attualita/2011/09/27/news/lotta_ai_ciclisti-22300057/

    e non ultimo, finalmente, l’articolo di Galli (Ciclobby) sui ciclisti “illuminati”: http://milanesi.corriere.it/2013/02/18/alla-sera-ci-vogliono-ciclisti-illuminati/

    in sintesi, nel bene e nel male, diciamo le cose come stanno. Mi leggi da un pò, sai bene che io combatto il comportamento sbagliato a prescindere da chi lo commette. Lo facessimo tutti, a partire dai giornali, con titoli che rispecchino la realtà dei fatti, alle parti in causa, che smettano di difendersi ad oltranza anche quando hanno torto (vedi i tassisti ed i vigili, in primis).

    Nel momento in cui dimostri obiettività con le tue osservazioni (parlo in senso generale) diventa più facile per me stare a sentire cosa dici… schieriamoci meno e comunichiamo di più.

    Resta inteso che faccio riferimento a quelli che, scrivendo in Blog & Forum, tutto sommato un canale di comunicazione con “l’altro” ce l’hanno… 😉

    Purtroppo nel corso degli anni di Blog ho notato che ci sono alcune persone con le quali si fa fatica a comunicare e purtroppo fra questi ci sono i ciclisti (molti, ma sicuramente non tutti, sia chiaro) che tendono a dividere il mondo nei Buoni (loro) ed i Cattivi (gli automobilisti). Ed ai Buoni tutto è permesso, anche fare le cose di cui accusano (spesso giustamente) i Cattivi… un bel paradosso.

  14. IlPrincipebrutto
    6 marzo 2015

    >> “non ciclista urbano”
    .
    Ah ah ah…ciclisti, bikers…una faccia, una razza e due ruote in comune.
    .
    sicuri si diventa, Ride Safe.

  15. IlPrincipebrutto
    6 marzo 2015

    Ciao,
    .
    se vado in bici, l’obiettivo principale, quello sul quale non transigo, e’ di arrivare a destinazione. Vale a dire, preservare la mia incolumita’. Non e’ possibile prescindere da questo obiettivo, perche’ farlo vuol dire farsi del male.
    .
    Se preservare la mia incolumita’ richiede una infrazione al codice della strada, o l’adozione di un comportamento irritante per gli altri, pazienza; non posso rischiare la mia salute per evitare che qualcuno si irriti. Non posso demandare la mia incolumita’ alle altre persone, contare sul loro rispetto delle regole, perche’ tra quelle persone c’e’ una percentuale minima, ma non nulla, alla quale della mia incolumita’ non frega nulla.
    .
    Esiste quindi, a mio avviso, un discrimine piuttosto netto tra comportamenti irritanti che sono necessari per preservare la propria incolumita’, necessari in quanto dettati dalle condizioni al contorno, e comportamenti gratutiti. Cosi’ come esiste un livello di necessita’ ben diverso, quando si persegue il mantenimento della propria incolumita’, tra conducenti di veicoli diversi (il conducente di una bici superato a pelo da un’auto rischia ben di piu’ del conducente di un’auto superato a pelo da una bici, quindi per il primo la necessita’ di difendersi e’ ben piu’ alta e giustificata).
    .
    Non condivido quindi quando dici che un comportamento sbagliato innesca il meccanismo che porta ad accettare tutti i comportamenti sbagliati, perche’ non tutti ic omportaenti che tu giudichi sbagliati lo sono allo stesso modo. Un comportamento sbagliato che si rende necessario per salvarsi la pelle non puo’ essere allo stesso livello di un comportamento gratuito per risparmiare due minuti di strada.
    .
    sicuri si diventa, Ride Safe.

  16. anemmuinbiciazena
    6 marzo 2015

    L’ha ribloggato su Anemmu in bici a Zena!e ha commentato:
    Interessante punto di vista di quello che sembra un “non ciclista urbano” sul tema scottante di questi giorni, ben scritto e non di parte

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