E’ da tempo che mi lamento della sporcizia delle strade adiacenti alla Statale ed ho letto numerosi servizi di giornali locali ed ogni volta ci si chiede come mai nessuno veda e pulisca (oppure faccia pulire).
Ed ecco che oggi su il Giorno leggo un articolo che mi chiarisce le idee e, incidentalmente, mi fa pure arrabbiare…
E cerco di non pensare alla reazione della Signora K, che si è già scornata con l’inciviltà sulle strade, e spesso mi chiede come mai nessuno pulisca, anche quando passa davanti alla spazzatura abbandonata; ecco la risposta: gli operatori hanno il divieto di raccoglierla.
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«Le strade della provincia di Milano sono discariche a cielo aperto».
Questa la denuncia che viene da Giuseppe Beretta, guardia ecologica volontaria di Robecco sul Naviglio da ben 17 anni. Girando per i comuni della zona a controllare lo stato di pulizia delle strade ne ha viste tante: divani, lavatrici, motorini, per non parlare dei sacchi della spazzatura che vengono gettati anche all’interno della riserva del Parco del Ticino.
Il problema, come succede spesso, è di natura burocratica: «Sembrerà strano ma noi guardie ecologiche non possiamo raccogliere nemmeno un pezzo di carta». La procedura per quanto riguarda le strade di competenza comunale dice che i rifiuti devono essere segnalati tramite un verbale, inviato all’amministrazione e in provincia.
Bisogna poi scoprire se il tratto è di un privato e in quel caso spetta al comune mandare una comunicazione che invita il proprietario ad eliminare lo sporco, questo comporterà una successiva verifica a livello locale e da parte della provincia.
Se il terreno non appartiene ad un privato sarà compito degli operatori comunali in una fase successiva.
I tempi, nel migliore dei casi, non sono quasi mai inferiori a tre settimane per qualche semplice sacco, ma sufficienti a generare un accumulo preoccupante.
In sostanza la pulizia delle vie di raccordo fra i centri abitati è spesso lasciata al senso civico degli abitanti della zona.
Le vie di competenza provinciale invece seguono una regola curiosa: la pulizia è permessa a fianco dei tratti stradali solo per una lunghezza di pochi metri, che di solito varia da un minimo di un metro ad un massimo di sei, a seconda della larghezza del bordo strada.
Questo significa che un sacchetto gettato in un campo esce dalla competenza provinciale, e capita di vedere i mezzi che ritornano nei depositi semi-vuoti, «non perché non ci sia spazzatura– testimonia sempre Beretta – ma perché gli operatori hanno il divieto di raccoglierla».
Durante l’estate la vegetazione fitta nasconde i rifiuti più piccoli, e spesso ci pensa la macchina taglia erba a spargere il contenuto dei sacchi nei prati. Così d’inverno, quando manca il verde, si ha l’impressione di circolare in una discarica.
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no comment
Unico commento possibile: “Sigh!” 😉