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“Integrale” di nome, ma non negli ingredienti

Quello che leggo in questo articolo di Altroconsumo conferma quanto sapevo già; è mia abitudine, infatti, leggere sempre sull’etichetta la percentuale di farina integrale e capita di avere delle sorprese, anche se non al livello di quanto segnalato dalla lettrice citata nell’articolo.

Paradossale infine che la legge permetta quella che per me è un’etichetta non veritiera; d’altro canto fa il paio con quella del succo di pompelmo rosa

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Abbiamo ricevuto tramite la nostra app Ora Basta! la segnalazione di un’utente, delusa perché – sul punto di acquistare una confezione di merendine “integrali” – ha scoperto che di farina di frumento integrale, nella lista degli ingredienti, in realtà non c’era traccia.

Il caso della parola “integrale” che si legge sulle confezioni dei prodotti da forno dimostra come fermarsi alla lettura del solo fronte delle confezioni spesso non aiuta a capire cosa in realtà si sta mangiando.

Ecco la segnalazione dell’utente:  “Sono stata attratta dai Cornetti integrali del Mulino Bianco, perché sulla confezione si dice che sono fatti con farina integrale e zucchero di canna. Sulla lista degli ingredienti scopro che viene definita farina integrale un miscuglio di farina normale (di frumento tipo 0) e di crusca. Inutile dire che non li ho comprati. Ma la farina integrale non è quella che non ha subito il processo di raffinazione?”.

Sia chiaro che, in questo caso specifico, Mulino Bianco rispetta la legge, così come tante altre aziende alimentari che producono alimenti “integrali”.

Secondo la circolare ministeriale n. 168 di novembre 2003, infatti, per i prodotti da forno il temine può essere usato sia quando c’è la farina di frumento integrale, che quando c’è una miscela di farina e crusca, come in questo caso; questo perché, secondo la norma, la quantità di crusca o cruschello aggiunta nella farina raffinata assicura comunque un significativo apporto di fibre.

Nonostante tutto sia in regola, però, le obiezioni segnalateci sono a nostro parere fondate, sia perché la farina integrale ha proprietà diverse dalla farina bianca, sia perché i prodotti di questo tipo e così etichettati tradiscono le aspettative dei consumatori.

Sarebbe auspicabile, per questo, che la stessa legge si adeguasse alle esigenze di maggiore chiarezza e trasparenza di chi i prodotti se li porta in tavola.

La miscela di farina bianca e crusca e la farina di frumento integrale, infatti – pur essendo equiparabili dal punto di vista delle fibre – sono diverse in quanto apporto nutrizionale perchè nella seconda viene macinato anche il germe, che contiene fondamentalmente anche vitamine e grassi insaturi.

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Questa voce è stata pubblicata il 16 ottobre 2013 da in Consumatori & Utenti con tag , , , , , , , .
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